Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: «Dio condanna il peccato, ma cerca di salvare il peccatore»

«Nonostante le mormorazioni della gente, Gesù sceglie di fermarsi a casa di quel pubblico peccatore», ha sottolineato il Papa: «Anche noi saremmo rimasti scandalizzati da questo comportamento di Gesù. Ma il disprezzo e la chiusura verso il peccatore non fanno che isolarlo e indurirlo nel male che compie contro sé stesso e contro la comunità. Invece Dio condanna il peccato, ma cerca di salvare il peccatore, lo va a cercare  per riportarlo sulla retta via». «Chi non si è mai sentito cercato dalla misericordia di Dio, fa fatica a cogliere la straordinaria grandezza dei gesti e delle parole con cui Gesù si accosta a Zaccheo», ha commentato il Papa: «L’accoglienza e l’attenzione di Gesù nei suoi confronti portano quell’uomo a un netto cambiamento di mentalità: in un attimo si rende conto di quanto è meschina una vita tutta presa dal denaro, a costo di rubare agli altri e di ricevere il loro disprezzo. Avere il Signore lì, a casa sua, gli fa vedere tutto con occhi diversi, anche con un po’ della tenerezza con cui Gesù ha guardato lui. E cambia anche il suo modo di vedere e di usare il denaro: al gesto dell’arraffare si sostituisce quello del donare. Finora era avaro, adesso diventa generoso; aveva il gusto di ammassare, ora gioisce nel distribuire. Incontrando l’Amore, scoprendo di essere amato nonostante i suoi peccati, diventa capace di amare gli altri, facendo del denaro un segno di solidarietà e di comunione».

«Desidero porgere il mio sentito ringraziamento al Comune e alla Diocesi di San Severo in Puglia per la firma del protocollo d’intesa avvenuta lunedì scorso 28 ottobre, che permetterà ai braccianti dei cosiddetti ‘ghetti della Capitanata’, nel foggiano, di ottenere una domiciliazione presso le parrocchie e l’iscrizione all’anagrafe comunale». È l’omaggio del Papa, al termine dell’Angelus di ieri. «La possibilità di avere i documenti d’identità e di residenza offrirà loro nuova dignità e consentirà di uscire da una condizione di irregolarità e sfruttamento», ha proseguito Francesco: «Grazie tante al Comune e a tutti coloro che hanno lavorato a questo piano». Il Papa ha stigmatizzato, inoltre, «le violenze di cui sono vittime i cristiani della Chiesa Ortodossa Tewahedo di Etiopia», esprimendo la sua «vicinanza a questa Chiesa e al suo Patriarca, il caro fratello Abuna Matthias», e chiedendo di «pregare per tutte le vittime di violenza in quella terra».