Vita Chiesa

Ognissanti: card. Betori, «la santità è un dono, ma anche un compito»

«Al credente è chiesto di accogliere il dono che lo trasforma. E l’accoglienza consiste nell’assumere nella nostra vita la logica delle beatitudini, che è antitetica a quella del mondo, il che comporta il prezzo di una testimonianza contro corrente», ha aggiunto il porporato. Nelle sue parole il riferimento alla «tribolazione» che «indica l’esistenza dell’uomo nel mondo e la sua innata fragilità, sottoposta alle prove e alle aggressioni del male». «Ne siamo consapevoli anche noi, in questo nostro tempo che mette alla prova la fedeltà al Vangelo e cerca di oscurarne in tutti i modi la verità, facendoci addirittura dubitare che la vita secondo la sua parola sia davvero una vita buona per l’uomo».

Dal cardinale l’invito a «reagire a questi sospetti». E ciò «richiede consapevolezza della fede, capacità di argomentarla di fronte alla ragione umana, forza per incarnarla in modo credibile di fronte a tutti, con chiarezza e coerenza». «Non possiamo però dimenticare che – ha ribadito il card. Betori – non poche volte nella storia e ancora oggi la tribolazione può prendere le forme di una persecuzione che giunge a chiedere una fedeltà fino al martirio». Guardando al quotidiano, l’arcivescovo ha indicato come «la nostra fedeltà al Vangelo è ogni giorno messa alla prova». «La santificazione non è il risultato di un’ascesi umana, ma la trasformazione attuata in noi dalla grazia di Cristo e come tale va accolta nel suo germe in questo mondo e va attesa nella speranza nel suo compimento alla fine dei tempi».