Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza generale: «lo Spirito Santo è il protagonista della missione della Chiesa»

«Leggendo gli Atti degli Apostoli si vede come lo Spirito Santo è il protagonista della missione della Chiesa: è Lui che guida il cammino degli evangelizzatori mostrando loro la via da seguire». Sull’azione dello Spirito Santo fin dagli inizi della missione della Chiesa è stata centrata oggi la catechesi di Papa Francesco, in occasione dell’udienza generale del mercoledì, a piazza San Pietro. Continuando il ciclo di catechesi sugli atti degli Apostoli, il Papa ha riflettuto sul brano biblico che racconta di quando dalla Macedonia la fede cristiana tramite gli apostoli Paolo e Sila approda in Europa. Soffermandosi sulla figura di Lidia che ha accolto gli apostoli, il Papa ha sottolineato l’apertura del cuore di questa donna che è «conseguenza del ‘tocco’ delicato ma incisivo dello Spirito che opera insieme e tramite l’evangelizzatore. Una volta che il cuore è aperto, la persona può dare ospitalità a Cristo e agli altri: Lidia, infatti, accoglie Cristo ricevendo il Battesimo insieme alla sua famiglia e accoglie quelli che sono di Cristo, ospitando Paolo e Sila nella sua casa. Abbiamo qui la testimonianza dell’approdo del cristianesimo in Europa: l’inizio di un processo di inculturazione che dura ancora oggi».

«Chiediamo anche noi oggi allo Spirito Santo un cuore aperto, sensibile a Dio e ospitale verso i fratelli, come quello di Lidia, e una fede audace, come quella di Paolo e di Sila, capace di spezzare le catene, nostre e di chi ci sta accanto». Si è conclusa con questa invocazione la catechesi di Papa Francesco. Partendo da un brano degli Atti degli Apostoli, Papa Francesco ha raccontato anche della prigionia degli apostoli Paolo e Sila «nel nome di Gesù». Un terremoto però scuote le fondamenta della prigione, si aprono le porte e cadono le catene. Di fronte al prodigio, il carceriere si converte alle parole degli apostoli. «Accade il cambiamento», dice Francesco: «Nel cuore della notte, il carceriere ascolta la parola del Signore insieme alla sua famiglia, accoglie gli apostoli, ne lava le piaghe e insieme ai suoi riceve il Battesimo». «La luce di Cristo brilla e sconfigge le tenebre: le catene del cuore cadono e sboccia in lui e nei suoi familiari una gioia mai provata». «Lo Spirito Santo – ha quindi commentato Francesco – sta facendo la sua missione». «È Lui il protagonista della missione. Ci porta avanti», «ci vuole fedeli» a questa missione «per portare il Vangelo».

Nella catechesi dell’udienza del mercoledì, Papa Francesco ha messo in guardia i pellegrini presenti in piazza San Pietro dagli indovini che leggono la mani, predicono il futuro e vengono pagati per questo. La questione è stata trattata dal Papa in riferimento alla figura di Lidia nel brano degli Atti degli Apostoli su cui si è centrata oggi la catechesi. Lidia «era una schiava che aveva uno spirito di divinazione» e «procurava molto guadagno ai suoi padroni» con il mestiere dell’indovina. «I suoi padroni guadagnavano tanto e questa povera schiava faceva l”indovinatrice’», racconta il Papa. «Indovinava il futuro, leggeva le mani come dice la canzone, ‘prendi questa mano zingara’. E per questo la gente pagava. Anche oggi, cari fratelli e sorelle, c’è gente che paga per questo. Io ricordo che nella mia diocesi, in un parco molto grande, c’erano più di 60 tavolini dove seduti c’erano gli ‘indovinatori’, le ‘indovinatrici’ che leggevano la mano e la gente crede a queste cose e paga e questo succedeva» anche al tempo dei primi apostoli.

Un pensiero alla solennità di Tutti i Santi e alla memoria di tutti i fedeli defunti che tra qualche giorno la Chiesa cattolica celebra. Lo ha espresso Papa Francesco nel suo saluto ai pellegrini polacchi facendo riferimento a Giovanni Paolo II. «Ci stiamo avvicinando alla solennità di Tutti i Santi e alla memoria di tutti i fedeli defunti», ha detto il Papa. «Come diceva san Giovanni Paolo II, questi giorni ci invitano a volgere lo sguardo al Cielo, meta del nostro pellegrinaggio terreno. Là ci attende la festosa comunità dei Santi. Là ci ritroveremo con i nostri cari defunti, per i quali ora si eleva la nostra preghiera. Viviamo il mistero della comunione dei Santi con la speranza che scaturisce dalla risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo».

Al termine dell’udienza il Papa ha lanciato un appello per l’Iraq perché le autorità politiche si mettano in ascolto del grido del popolo e si persegua la via del dialogo e della riconciliazione. Il pensiero del Papa è andato alla terra irachena dove dall’inizio di ottobre sono più di 250 i manifestanti uccisi a Baghdad e nelle città del sud del Paese. «Cari fratelli e sorelle, il mio pensiero va all’amato Iraq, dove le manifestazioni di protesta avvenute durante questo mese hanno causato numerosi morti e feriti. Mentre esprimo cordoglio per le vittime e vicinanza alle loro famiglie e ai feriti, invito le autorità ad ascoltare il grido della popolazione che chiede una vita degna e tranquilla. Esorto tutti gli iracheni, con il sostegno della comunità internazionale, a percorrere la via del dialogo e della riconciliazione e a cercare le giuste soluzioni alle sfide e ai problemi del Paese. Prego affinché quel popolo martoriato possa trovare pace e stabilità dopo anni di guerra e di violenza. Ha sofferto tanto».