Vita Chiesa

Consiglio permanente Cei, comunicato finale: sessione autunnale dedicata a prossimi Orientamenti pastorali

È stata essenzialmente dedicata al confronto sugli Orientamenti pastorali del prossimo quinquennio e sulla ripresa, in tale prospettiva, dei contenuti e delle modalità per una nuova presenza missionaria, la sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente, riunito a Roma da lunedì 23 a mercoledì 25 settembre, sotto la guida del cardinale presidente, Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia Città della Pieve. Lo ricorda il Comunicato finale del Consiglio permanente della Cei, diffuso oggi.

Nel confronto «i vescovi si sono soffermati, innanzitutto, sul tentativo di introdurre nell’ordinamento italiano la liceità di pratiche eutanasiche, sulle sue conseguenze sociali e culturali, sull’impegno ecclesiale di prossimità e di accompagnamento di quanti sono nella sofferenza». Al Consiglio permanente è stato offerto un aggiornamento circa i contenuti, la preparazione e l’organizzazione dell’evento «Mediterraneo frontiera di pace. Incontro di riflessione e spiritualità» (Bari, 19-23 febbraio 2020).

Sono stati, inoltre, presentati i Lineamenta – contenuti, prospettive, metodologie e finalità – predisposti dal Comitato scientifico e organizzatore in preparazione alla prossima Settimana sociale dei cattolici italiani (Taranto, 4-7 febbraio 2021).

Per completare l’attuazione della riforma del processo matrimoniale, introdotta da Papa Francesco, i vescovi hanno approvato alcune determinazioni per i Tribunali ecclesiastici italiani e condiviso una comunicazione circa le ripartizioni dell’anno in corso per le loro attività.

Il Consiglio permanente ha approvato un Messaggio relativo alla pubblicazione della terza edizione italiana del Messale Romano e il Messaggio per la Giornata nazionale per la vita (2 febbraio 2020). Inoltre, ha aggiornato il valore del punto per il sostentamento del clero nell’anno 2020. I vescovi, infine, hanno provveduto ad alcune nomine. Ecco, più nel dettaglio, di cosa si è discusso.

«Si può e si deve respingere la tentazione – indotta anche da mutamenti legislativi – di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone direttamente la morte con l’eutanasia». A partire dalle parole di Papa Francesco, si è sviluppata la riflessione dei membri del Consiglio permanente della Cei rispetto al tentativo di introdurre nell’ordinamento italiano la liceità di pratiche eutanasiche. I vescovi, ricorda il comunicato finale del Consiglio permanente, reso noto oggi, «hanno unito la loro voce a quella di tante associazioni laicali nell’esprimere la preoccupazione a fronte di scelte destinate a provocare profonde conseguenze sul piano culturale e sociale. Consapevoli di quanto il tema si presti a strumentalizzazioni ideologiche, si sono messi in ascolto delle paure che lacerano le persone davanti alla realtà di una malattia grave e della sofferenza. Hanno riaffermato il rifiuto dell’accanimento terapeutico, riconoscendo che l’intervento medico non può prescindere da una valutazione delle ragionevoli speranze di guarigione e della giusta proporzionalità delle cure».

Alla Chiesa, evidenzia il comunicato finale, «sta a cuore la dignità della persona, per cui i Pastori non si sono soffermati soltanto sulla negazione del diritto al suicidio, ma hanno rilanciato l’impegno a continuare e a rafforzare l’attenzione e la presenza nei confronti dei malati terminali e dei loro familiari. Tale prossimità, mentre contrasta la solitudine e l’abbandono, promuove una sensibilizzazione sul valore della vita come dono e responsabilità; cura l’educazione e la formazione di quanti operano in strutture sanitarie di ispirazione cristiana; rivendica la possibilità di esercitare l’obiezione di coscienza, rispetto a chi chiedesse di essere aiutato a morire; sostiene il senso della professione medica, alla quale è affidato il compito di servire la vita».

I lavori del Consiglio permanente si sono concentrati sulla condivisione dei contenuti e delle modalità degli Orientamenti pastorali del prossimo quinquennio. La loro articolazione, ricorda il comunicato finale diffuso oggi, «ruota attorno a tre cerchi concentrici dell’incontro tra il Vangelo e gli uomini di oggi: la gioia del Vangelo – che trova il suo fulcro nel Cristo Risorto e porta a farne propri i sentimenti – disegna la presenza e la missione umile e gratuita della comunità cristiana; la fraternità ecclesiale, che è comunione e corresponsabilità che abbracciano l’intero popolo di Dio, chiamato a camminare insieme nella storia secondo una sinodalità che – mentre riforma e rigenera la Chiesa stessa – si rivela come modalità di relazione con tutti; il campo del mondo, terreno ricco di potenzialità, che fecondano nell’incontro con il seme del Vangelo: incontro che arricchisce reciprocamente e vede i credenti portare il loro contributo nell’ambito della cultura come in quello della cittadinanza». Alla base «c’è l’esperienza di una Chiesa che sul territorio si fa comunità di vicinato e di prossimità, luogo di crescita spirituale, capace di intercettare la domanda di vita e di senso che abita il cuore di ciascuno».

Nel confronto «è emersa la necessità di una lettura del contesto odierno che – evitando di soffermarsi semplicemente sugli aspetti problematici – recuperi tematiche quali la questione ecologica, la scuola, la comunicazione e la cultura digitale, i giovani, la donna, gli affetti, i migranti, il dialogo ecumenico e interreligioso». I vescovi sottolineano «il cammino della Chiesa in Italia a partire dal dopo-Concilio, con l’Evangelii nuntiandi e gli Orientamenti pastorali dell’episcopato, Evangelizzazione e sacramenti: se ieri si trattava di intervenire su una dinamica tutta intra-ecclesiale, oggi lo sfondo è sociale e culturale, chiama in gioco l’ordine antropologico e la qualità della fede, fino a ridisegnare la presenza e la missione della Chiesa».

A tal fine, si chiede che i nuovi Orientamenti ruotino attorno ad alcune scelte prioritarie. Soprattutto, «è stata messa in luce la richiesta di un linguaggio narrativo e iconico, che tenga conto dei destinatari del documento e individui alcune forme verbali che possano innervare il quinquennio». Si vuole un testo che non tema di «graffiare» la realtà e che sappia offrire prospettive comuni che coinvolgano e sostengano il cammino delle singole diocesi.

La discussione continuerà nelle Conferenze episcopali regionali e nel Consiglio Permanente, per arrivare a dedicarvi l’Assemblea generale di maggio 2020. Gli Orientamenti, chiamati a intercettare i principali appuntamenti della Chiesa italiana nel corso dei prossimi anni – da Bari (Incontro del Mediterraneo) a Taranto (Settimane Sociali) e a Matera (Congresso Eucaristico) – nel percorso potranno dar vita a convegni regionali, anche in preparazione al Giubileo del 2025.

Contenuti, modalità, strumenti e indicazioni operative emerse dall’Assemblea generale dello scorso maggio – e finalizzati a disegnare una nuova presenza missionaria – sono stati ripresi e approfonditi dal Consiglio permanente, che ha evidenziato, ricorda il comunicato finale diffuso oggi, l’importanza che vengano valorizzati negli stessi Orientamenti pastorali.

In particolare, «sono state rappresentate alcune esigenze: riconoscersi come Chiesa in stato di missione, superando resistenze e tentazioni di conservazione; progettare l’intera pastorale in chiave missionaria; portare l’annuncio evangelico a tutti e caratterizzare con questa prospettiva ogni azione e gesto della Chiesa; vivere la connotazione comunitaria della missione, la quale scaturisce dalla comunità credente e, nel contempo, la costituisce».

Tra i tratti qualificanti dell’impegno missionario, i vescovi hanno sottolineato «la centralità della Parola, il discernimento dei segni dei tempi, la fraternità, la scelta preferenziale dei poveri, la pratica del dialogo». È avvertita «la necessità di tornare – di nuovo e in modo nuovo – a proporre il Vangelo, da cui nasce la promozione umana e sociale; la proposta intende raggiungere i battezzati che si sono allontani e quanti provengono da altre culture, anche attraverso i segni di una Chiesa che sfronda le sue strutture per essere più agile e disponibile».

Nell’ottica della cooperazione tra le Chiese sono state, quindi, condivise diverse esperienze riuscite di gemellaggi, specialmente nel campo della formazione teologica e pastorale di seminaristi e sacerdoti provenienti da altre Chiese.

I vescovi hanno ribadito «l’importanza di favorire la cura delle comunità etniche come di preparare i propri sacerdoti con un respiro ampio – cattolico -, capace di aprirsi alle necessità della Chiesa tutta, sia che questo significhi disponibilità a prestare servizio in un’altra diocesi, come pure a partire fidei donum, anche nelle comunità di italiani all’estero. Di tale orizzonte culturale, aperto alla mondialità – si è detto – beneficerebbe l’intero Paese».

A livello di proposte e indicazioni operative, i vescovi, oltre all’impegno a riconoscere in ogni Diocesi le specificità del servizio del Centro Missionario, rilanciano «il laicato missionario e il volontariato». Vi rientrano le esperienze in missione rivolte ai giovani, anche nella forma del servizio internazionale. Nell’immediato, sono risorsa da valorizzare tanto le iniziative legate all’Ottobre missionario straordinario, quanto il Sinodo speciale per la regione paramazzonica.

Nel corso dei lavori del Consiglio permanente sono stati offerti e approfonditi contenuti e modalità dell’«Incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo» (Bari, 19-23 febbraio 2020). L’evento – «dalla forte valenza simbolica», come ricorda il comunicato finale reso noto oggi – riunisce insieme con il Santo Padre un’ottantina di rappresentanti delle Chiese dei 19 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo; intende essere, innanzitutto, un momento di fraternità fra i vescovi in comunione con il Successore di Pietro.

Nel dibattito che ne ha arricchito la presentazione, è stata sottolineata «l’importanza di guardare al Mediterraneo con l’attenzione all’aspetto ecumenico e interreligioso, ai migranti e alle opportunità di natura economica».

La realizzazione dell’incontro impegna «a recuperare le radici culturali che hanno innervato la storia del Mare Nostrum e dell’Europa. Ne nasce la responsabilità di uno sguardo profetico, che aiuti le Chiese a trovare le vie per rinnovare la loro missione evangelizzatrice, nonché per osare la pace e fondarla sul diritto, la giustizia sociale, la riconciliazione, la salvaguardia del creato».

Si tratta – è stato evidenziato – «di riproporre insieme la profezia dei cristiani del Mediterraneo, individuando le vie con cui accogliere l’altro con la sua tradizione religiosa, alimentare una convivenza che si traduca in fraternità, testimoniare come le religioni possano costruire unità, rispetto a ogni prospettiva o tentazione di scontro di civiltà».

Le giornate di Bari – che vedono coinvolta la diocesi nel cammino di preparazione e organizzazione – saranno impostate sul confronto circa alcune questioni fondamentali segnalate dalle diverse Chiese; l’intento è quello di arrivare a mettere a fuoco proposte concrete e fattive.

«Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #Tuttoèconnesso»: questo il titolo, approvato dal Consiglio permanente, della 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani, in programma dal 4 al 7 febbraio 2021 a Taranto.

Ai vescovi, ricorda il comunicato finale diffuso oggi, sono stati presentati i Lineamenta, ossia le line di preparazione a un appuntamento che – è stato evidenziato – non deve restare un evento isolato: a tal fine si è chiesto che sia preparato con un processo che coinvolga i territori, quindi le regioni e le diocesi, puntando ad ascoltare e valorizzare soprattutto i giovani.

Nel confronto sui contenuti i vescovi hanno sottolineato «la centralità di un’ecologia umana (cf. Laudato si’ 155), attenta alla dimensione etica e capace di illuminare e comporre i diversi aspetti della crisi antropologica contemporanea, nonché di portare i cattolici a entrare in dialogo con tutti – a partire dal rapporto con le altre confessioni religiose – riguardo alla casa comune». Proprio l’affermazione di Papa Francesco, «Tutto è connesso», diventa «la chiave per comprendere come lo squilibrio nel rapporto tra l’uomo e il pianeta sia alimentato da tutti gli altri squilibri (demografico, sociale, economico, politico, tecnologico, sanitario) in una dinamica circolare. L’inversione della rotta passa in maniera decisiva attraverso il cambiamento degli stili di vita – proposta che coinvolge la responsabilità dei consumatori – nella riscoperta di quella ‘ricca sobrietà’ che è in grado di valorizzare tutto ciò che rende la vita generativa e dotata di senso».

Emblematica è la stessa scelta di Taranto come sede della Settimana sociale: un approccio integrale aiuterà a evitare di considerare la questione ambientale e quella del lavoro come dimensioni separate e conflittuali.

Il cammino verso Taranto 2021 propone alle comunità cinque piste di lavoro: i nodi da sciogliere, ossia l’individuazione delle principali questioni e delle sfide più urgenti; il racconto, per dar voce a persone concrete e evidenziare potenzialità e intuizioni; le buone pratiche nel campo della sostenibilità, dell’economia e della finanza; le visioni di futuro, concepite soprattutto dai giovani, dal loro sguardo e dalla loro forza creativa; una sintesi di proposte concrete, tanto sul piano personale degli stili di vita, quanto su quello delle politiche pubbliche.

«La comunicazione circa le ripartizioni dell’anno in corso per le attività dei Tribunali ecclesiastici italiani in materia di nullità matrimoniale, come le determinazioni approvate dal Consiglio permanente – che entreranno in vigore dal prossimo 1° gennaio – attualizzano le leggi processuali e le strutture giudiziarie scaturite dalla riforma promossa da Papa Francesco con il motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus». Lo ricorda il comunicato finale del Consiglio permanente della Cei, diffuso oggi. In tal modo, la nuova impostazione giunge a essere pienamente assunta, secondo criteri di prossimità, sinodalità, gratuità, articolazione dei Tribunali e procedure più celeri degli stessi processi.

Il Consiglio permanente ha approvato un «Messaggio» relativo alla pubblicazione della terza edizione italiana del Messale Romano. Con esso i vescovi intendono «invitare ogni comunità a riscoprire la bellezza e la fecondità della celebrazione dell’Eucarestia». Il libro del Messale – che sarà disponibile in primavera – non è infatti soltanto uno strumento liturgico, ma un riferimento puntuale e normativo che custodisce la ricchezza della tradizione vivente della Chiesa, il suo desiderio di entrare nel mistero pasquale, di attuarlo nella celebrazione e di tradurlo nella vita. Nell’intenzione dei vescovi, «la riconsegna del Messale diventa così un’occasione preziosa di formazione per tutti i battezzati, invitati a riscoprire la grazia e la forza del celebrare, il suo linguaggio – fatto di gesti e parole – e il suo essere nutrimento per una piena conversione del cuore».

Il Consiglio permanente ha anche determinato un aumento del valore monetario del punto, che permette di calcolare la misura della remunerazione spettante ai sacerdoti inseriti nel sistema di sostentamento del clero. Tale valore era fermo dal 2009, quale segno di partecipazione condivisa dal clero italiano alla stretta economica che grava su gran parte della popolazione a causa della crisi; le somme in tal modo risparmiate sono state destinate agli interventi caritativi. L’incremento percentuale ora approvato è pari al 12,61% (per un incremento della remunerazione mensile di 20 euro).

Infine, i vescovi hanno approvato il Messaggio per la 42ª Giornata nazionale per la Vita (2 febbraio 2020) dal titolo: «Aprite le porte alla Vita».