Vita Chiesa

Chiese metodiste e valdesi, domenica inizia il Sinodo

Si apre domenica 25 agosto a Torre Pellice (Torino), capoluogo delle «Valli valdesi» del Piemonte, l’annuale Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Anche quest’anno i 180 deputati – pastori e laici in numero uguale – convergeranno da tutta Italia nella «capitale delle Valli valdesi» del Piemonte per decidere della vita della chiesa. Dopo 7 anni, con questo Sinodo si chiude il mandato del pastore Eugenio Bernardini e sarà eletto il nuovo moderatore. Il Sinodo si aprirà alle 15.30 con un culto nel tempio di via Beckwith.

Per la Conferenza episcopale italiana sarà presente mons. Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. In agenda il 26 agosto presso il tempio di Torre Pellice, la consueta «serata pubblica del lunedì» sarà focalizzata sul tema del «Diritto, diritti, verità, democrazia» con interventi di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Maria Grazia Mazzola, giornalista e Marco Bouchard, magistrato.

Attesi anche numerosi ospiti che come ogni anno giungono da diversi continenti tra cui Randy J. Mayer, pastore titolare della Good Shepherd United Church of Christ, impegnato da oltre vent’anni nelle terre di confine tra Usa e Messico, che sarà uno dei relatori dell’incontro sul tema delle migrazioni promosso da Mediterranean Hope – programma rifugiati e migranti della Fcei e dalla Commissione Sinodale per la Diaconia (Csd), che si terrà in occasione del Sinodo a Torre Pellice, il 26 agosto.

In un’intervista di bilancio all’agenzia Nev, il pastore Bernardini traccia quelli che a suo parere saranno i temi cruciali del prossimo futuro in Italia: «affrontare – dice – il degrado del confronto politico-sociale e culturale. Il continuo dividersi per schieramenti e l’assenza di interlocuzione reciproca, che non è cercata, anzi è squalificata come inutile al fine di cercare consensi anziché soluzioni. Assistiamo a un imbarbarimento delle relazioni umane in Italia, imbarbarimento che ormai coinvolge anche livelli istituzionali». E conclude: «abbiamo bisogno di trovare unità nel confrontarci per trovare le soluzioni per il bene comune».