Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: «La parola di Dio è dinamite, fa saltare schemi, resistenze e muri»

«Quando lo Spirito visita la parola umana essa diventa dinamica, come ‘dinamite’, capace cioè di accendere i cuori e di far saltare schemi, resistenze e muri di divisione, aprendo vie nuove e dilatando i confini del popolo di Dio». Ne è convinto il Papa, che con queste parole ha anticipato il «percorso» contenuto nel prossimo ciclo di catechesi, inaugurato oggi, sul Libro degli atti degli Apostoli, scritto da San Luca, che «ci parla del viaggio del Vangelo nel mondo e ci mostra il meraviglioso connubio tra la Parola di Dio e lo Spirito Santo che inaugura il tempo dell’evangelizzazione».

«I protagonisti degli Atti sono proprio una ‘coppia’ vivace ed efficace: la Parola e lo Spirito Santo», ha esordito Francesco: «La Parola di Dio corre, è dinamica, irriga ogni terreno su cui cade». «San Luca ci dice che la parola umana diventa efficace non grazie alla retorica, che è l’arte del bel parlare, ma grazie allo Spirito Santo, che è la dýnamis di Dio, la dinamica di Dio, la sua forza, che ha il potere di purificare la parola, di renderla apportatrice di vita», ha spiegato Francesco. «Per esempio – ha aggiunto a braccio – nella Bibbia ci sono storie, parole, umane: ma qual è la fi differenza tra la Bibbia e un  libro di storia? Che le parole della Bibbia sono prese dallo Spirito Santo, che dà una cosa molto grande, diversa: fa sì che quella parola sia seme di vita, sia efficace». «Colui che dà sonorità vibrante e incisività alla nostra parola umana così fragile, capace persino di mentire e di sottrarsi alle proprie responsabilità, è solo lo Spirito Santo, per mezzo del quale il Figlio di Dio è stato generato», il monito del Papa: «Lo Spirito che lo ha unto e sostenuto nella missione; lo Spirito grazie al quale ha scelto i suoi apostoli e che ha garantito al loro annuncio la perseveranza e la fecondità, come le garantisce oggi anche al nostro annunzio».

«Il Signore dà tutto gratis. Gratuitamente: la salvezza non si compra, non si paga, è un dono gratuito», ha detto, a braccio, in piazza San Pietro davanti a 17mila persone. «Il Vangelo si conclude con la risurrezione e l’ascensione di Gesù, e la trama narrativa degli Atti degli Apostoli parte proprio da qui, dalla sovrabbondanza della vita del Risorto trasfusa nella sua Chiesa», ha spiegato Francesco, sottolineando che «il Risorto compie gesti umanissimi, come il condividere il pasto con i suoi, e li invita a vivere fiduciosi l’attesa del compimento della promessa del Padre: ‘Sarete battezzati in Spirito Santo’». «Il battesimo nello Spirito Santo – ha ricordato il Papa – è l’esperienza che ci permette di entrare in una comunione personale con Dio e di partecipare alla sua volontà salvifica universale, acquistando la dote della parresia, il coraggio, cioè la capacità di pronunciare una parola ‘da figli di Dio’, non solo da uomini, ma da figli di Dio: una parola limpida, libera, efficace, piena d’amore per Cristo e per i fratelli. Non c’è dunque da lottare per guadagnarsi o meritare il dono di Dio. Tutto è dato gratuitamente e a suo tempo».

Gesù Risorto «invita i suoi a non vivere con ansia il presente, ma a fare alleanza con il tempo, a saper attendere il dipanarsi di una storia sacra che non si è interrotta ma che avanza, va sempre avanti, a saper attendere i ‘passi’ di Dio, che è Signore del tempo e dello spazio». Così il Papa ha commentato, il passo degli Atti degli Apostoli in cui Gesù risponde ai suoi: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra». «Il Risorto invita i suoi a non ‘fabbricare’ da sé la missione, ma ad attendere che sia il Padre a dinamizzare i loro cuori con il suo Spirito, per potersi coinvolgere in una testimonianza missionaria capace di irradiarsi da Gerusalemme alla Samaria e di travalicare i confini di Israele per raggiungere le periferie del mondo», ha fatto notare Francesco, che a proposito della «attesa» degli apostoli nella sala superiore del cenacolo, «le cui pareti sono ancora testimoni del dono con cui Gesù si è consegnato ai suoi nell’Eucaristia», ha commentato: «Come attendono la forza, la dýnamis di Dio? Pregando con perseveranza, come se non fossero in tanti ma uno solo. Pregando in unità e con perseveranza». «È con la preghiera che si vince la solitudine, la tentazione, il sospetto e si apre il cuore alla comunione», ha assicurato il Papa, secondo il quale «la presenza delle donne e di Maria, la madre di Gesù, intensifica questa esperienza: esse hanno imparato per prime dal Maestro a testimoniare la fedeltà dell’amore e la forza della comunione che vince ogni timore». «Chiediamo anche noi al Signore la pazienza di attendere i suoi passi, di non voler ‘fabbricare’ noi la sua opera e di rimanere docili pregando, invocando lo Spirito e coltivando l’arte della comunione ecclesiale», l’appello finale.

«Uno speciale esame di coscienza, basato sul contenuto del quadro di Caravaggio: ‘La vocazione di San Matteo’». È l’invito lanciato ai giovani polacchi, che sabato prossimo si recheranno a Lednica per il loro raduno. «I momenti vissuti nella ‘Panama polacca’, come in questi giorni chiamate Lednica, sostenga l’entusiasmo della vostra fede, della preghiera, della gioia e della celebrazione comune», l’augurio del Papa: «Portate via con voi i doni che riceverete il timbro, simbolo di legame con lo Spirito Santo, ed uno speciale esame di coscienza», basato sul contenuto del quadro ospitato a Roma nella chiesa di San Luigi dei Francesi. «Ricordatevi che la trasformazione di un peccatore in un santo, come è avvenuto nella vita del pubblicano di Cafarnao, è possibile!», ha esclamato Francesco, che più volte ha ricordato il legame della vocazione di San Matteo con il motto scelto ad emblema del suo pontificato: «Miserando et eligendo», omaggio alla divina misericordia. Proprio nella festa di San Matteo dell’anno 1953, il giovane Jorge Bergoglio sperimentò, all’età di 17 anni, in un modo del tutto particolare, la presenza amorosa di Dio nella sua vita. In seguito ad una confessione, si sentì toccare il cuore ed avvertì la discesa della misericordia di Dio, che con sguardo di tenero amore, lo chiamava alla vita religiosa, sull’esempio di Sant’Ignazio di Loyola.

Salutando, come di consueto al termine dell’udienza, i pellegrini di lingua italiana, il Papa si è rivolto tra gli altri al gruppo degli «Adultissimi» dell’Azione cattolica italiana e ai partecipanti alla Clericus Cup. Nel saluto finale ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli il Santo Padre  ha ricordato la festa liturgica dell’Ascensione, che celebreremo domani: «Come agli apostoli, anche a noi oggi, il Signore ripete: ‘Non vi lascio orfani, io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine’. Se sarete amici di Gesù, egli farà sentire la sua presenza nella vostra vita, e non vi sentirete mai soli o abbandonati».