Vita Chiesa

L’8 per mille alla Chiesa cattolica: una firma che ha molti significati

Ogni anno, grazie alla firma per la destinazione dell’8 per mille, la Chiesa può contare su risorse economiche che vengono utilizzate per la sua missione e per il bene di tutta la comunità, per portare il messaggio di speranza del Vangelo e per sostenere i sacerdoti che operano accanto alle nostre famiglie, nelle periferie delle città, in mezzo a disagiati e abbandonati. La Conferenza episcopale italiana adotta misure sempre più efficaci e chiare per la trasparenza nell’uso delle risorse.

Cosa si intende per 8xmille? Ogni anno al momento della dichiarazione dei redditi, lo Stato mette a disposizione di tutti i contribuenti una quota pari all’8xmille dell’intero gettito Irpef (imposta sulle persone fisiche) per scopi sociali o umanitari, religiosi e caritativi. Per scegliere a chi destinare questa cifra basta una firma sulla casella predisposta nei vari modelli per le dichiarazioni dei redditi.

Come firmare per la  Chiesa Cattolica? La scelta va fatta attraverso uno dei modelli normalmente usati per la dichiarazione dei redditi: alla scelta può partecipare anche chi non ha l’obbligo fiscale della denuncia dei redditi, firmando nella casella  con la scritta «Chiesa Cattolica» sul modulo CU (certificazione unica).

Dove va l’8 mille se non firmo? Lo decide  chi , al contrario ,ha firmato. Lo Stato Italiano infatti distribuisce tutti i fondi in base alle scelte espresse dai cittadini che hanno firmato. Quindi ogni firma equivale ad una preferenza; ed è per questo che è importante firmare. Ad oggi la percentuale delle scelte per la Chiesa cattolica è circa l’80%, ma il meccanismo non è automatico ed ogni anno la scelta va rinnovata.

Quali sono i dati della raccolta in Toscana? Nell’anno 2017 le 17 Diocesi della Toscana hanno ricevuto dalla Cei quasi 62 milioni di euro (esattamente, 61.985.113,70 euro) provenienti dai fondi dell’8xmille assegnati dallo  Stato alla Chiesa Cattolica. Questi sono stati impiegati  nel seguente modo: il 17,50 % per opere diocesane di culto e pastorale; il 16,90% per  le opere diocesane di carità; il 40,6% per il sostentamento del clero diocesano e dei sacerdoti che operano nella regione. La percentuale del 14,8% è stata spesa per edilizia di culto, mentre la percentuale del 10,2% è stata spesa per i beni culturali.

Le offerte per il sostentamento del clero nel 2017 raccolte nelle diocesi toscane sono state 6.421 per un importo di 471.615 euro, con una variazione negativa del 2,6% rispetto al 2016. Mentre la scelta dell’8xmille, ricavata sulla base delle dichiarazioni dei redditi dell’anno 2014 – i dati sono forniti da parte del Ministero delle Finanze con cadenza triennale –  vede una percentuale a favore della Chiesa Cattolica pari al 70,80% contro la media nazionale dell’81,2%.

*Incaricato regionale per il Sovvenire alla Chiesa cattolica