Vita Chiesa
Firenze, mons. Bellandi nominato arcivescovo di Salerno
«Dalle rive dell’Arno alle rive dell’Irno il salto è notevole, ma lo faccio con gioia e speranza» ha affermato mons. Bellandi.
Leggendo la lettera di nomina, il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha commentato questa decisione come «una ulteriore attestazione della stima di Papa Francesco per la Chiesa fiorentina, la sua storia e il suo presbiterio. Di questa benevolenza verso Firenze e verso la sua Chiesa siamo grati a Papa Francesco e gli rinnoviamo attestazioni di affetto e di preghiera». Betori ha ricordato i passi della biografia di mons. Bellandi: alunno del seminario fiorentino fino all’ordinazione, nel 1985; poi gli studi a Roma, con una tesi sul pensiero di Ratzinger; docente alla Facoltà Teologica dell’Italia centrale, di cui è stato preside dal 2003 al 2009, ha esercitato un efficace ministero pastorale come educatore, come parroco e poi rettore di San Giovannino dei Cavalieri, come canonico della Cattedrale; dal 2014 è Vicario generale dell’Arcidiocesi. Ha partecipato a due importanti eventi: il Convegno di Firenze 2015, di cui è stato membro del comitato preparatorio, e la costituzione della Scuola per il dialogo interreligioso, insieme al rabbino Levi e all’imam Elzir.
«Non è senza sentire uno strappo – ha affermato Bellandi – che ho detto il mio sì. Uno strappo che in termini cristiani si chiama sacrificio. Per la consapevolezza dei miei limiti, della mia inesperienza, anche se come preside, come parroco, come rettore ho sempre avuto il compito di guidare delle comunità: ma quello che il Papa oggi mi affida si presenta come sproporzionato per le mie forze. Tante domande che affollano la mia mente. Un sacrificio pensando ai tanti volti, nomi e storie che emergono da questi anni. D’altra parte nulla è così forte da cancellare una evidenza che mi si è posta: che il Signore ha sempre preso l’iniziativa nella mia vita in modo sorprendente, nulla di quello che io sono è nato da un progetto costruito a tavolino, è sempre stata una sorpresa da parte del signore. Dire sì è verificare che il Signore ha la vista più lunga della nostra».
Tanti i ringraziamenti: «Ringrazio il santo padre per la stima, la fiducia, la carità nel fare il mio nome: guardando Gesù e seguendo il Santo Padre, questi saranno i miei punti di riferimento come è stato in questi anni in Diocesi. Ringrazio il Cardinale, che è stato una figura paterna, da cui imparare tanto». Un pensiero anche all’amico prete don Paolo Bargigia e a Caterina Morelli «che dal cielo mi accompagneranno».