Vita Chiesa

Papa Francesco: agli studenti, «liberatevi dalla dipendenza dal telefonino, la vita non è per contattarsi ma per comunicare»

«La scuola è un bene di tutti e deve restare una fucina nella quale ci si educa all’inclusione, al rispetto delle diversità, alla collaborazione. È un laboratorio che anticipa ciò che dovrebbe essere nel futuro la collettività». Lo ha detto Papa Francesco ai studenti del liceo classico statale «Ennio Quirino Visconti» di Roma, ricevuti oggi nell’Aula Paolo VI, in occasione dell’Anno Giubilare Aloisiano.

Il pontefice ha ricordato gli ex studenti illustri, tra cui Eugenio Pacelli, futuro Pio XII, e Franco Modigliani, futuro nobel per l’economia, oltre ai grandi scienziati che vi hanno insegnato. Il suo ricordo poi è andato ai tanti giovani che «si sono preparati a partire per le missioni». Il riferimento a Matteo Ricci, «tra i primi a stabilire un ponte di amicizia tra Cina e Occidente». Poi, nelle parole di Francesco l’invito ai giovani a «non avere paura delle diversità che arricchiscono». E ad «avere passione davanti alla cultura e alla scienza», non «indifferenza». Nel discorso del Papa, il «ruolo importante» dell’esperienza religiosa, nella quale «entra tutto ciò che è autenticamente umano».

«La Chiesa è impegnata, nel solco tracciato dal Concilio Vaticano II, a promuovere il valore universale della fraternità che si basa sulla libertà, sulla ricerca onesta della verità, sulla promozione della giustizia e della solidarietà, specialmente nei confronti delle persone più deboli», ha aggiunto Francesco. Che ha ribadito come «senza l’attenzione e la ricerca di questi valori non può esserci una vera convivenza pacifica».

«Liberatevi dalla dipendenza dal telefonino! Voi, avete sentito parlare del dramma delle dipendenze. Ma questa del telefonino è molto sottile. Il telefonino è un grande aiuto, un grande progresso. Va usato, ma quando diventerai schiavo del telefonino perderai la tua libertà. Il telefonino è per comunicare, ma c’è il pericolo di ridurre la comunicazione in semplice contatti. E la vita non è per contattarsi, ma per comunicare», ha detto il Papa parlando a braccio con gli studenti. Il pontefice ha presentato agli studenti come modello san Luigi Gonzaga, che «frequentò da studente gli stessi ambienti che oggi voi frequentate». Francesco ha sottolineato anzitutto la sua capacità di «compiere scelte importanti per la sua vita, senza lasciarsi trascinare dal carrierismo e dal dio denaro». C’è tanto bisogno di giovani che sappiano agire così, anteponendo il bene comune agli interessi personali!», ha esclamato il Papa. Che ha indicato la via per riuscirci. «È necessario curare la propria interiorità, attraverso lo studio, la ricerca, il dialogo educativo, la preghiera e l’ascolto della propria coscienza; e tutto ciò presuppone la capacità di ritagliarsi spazi di silenzio». Quindi, l’incoraggiamento ai giovani a non avere paura «del silenzio, di stare da soli, di scrivere un vostro diario». «Non abbiate paura dei disagi e delle aridità che il silenzio può comportare». Citando sant’Agostino, il Papa ha poi affermato che «solo nel silenzio interiore si può cogliere la voce della coscienza e distinguerla dalle voci dell’egoismo e dell’edonismo».

«Amare in maniera pulita, con un cuore allargato ogni giorno», detto ancora il Papa. Di san Luigi il pontefice ha segnalato «la capacità di amare con cuore puro e libero». «Solo chi ama arriva a conoscere Dio». Così ha evidenziato le «due dimensioni» che «nella affettiva sono essenziali«: il pudore e la fedeltà. «L’amore non è un gioco, è la cosa più bella che Dio ci ha dato. Dio ha dato a noi questa capacità: non sporcarla con il non-pudore e con l’infedeltà», ha aggiunto parlando a braccio. E ancora nelle parole del Papa l’importanza del «senso del pudore», che «rimanda alla coscienza vigilante a difesa della dignità della persona e dell’amore autentico, proprio per non banalizzare il linguaggio del corpo». «La fedeltà, poi, insieme al rispetto dell’altro, è una dimensione imprescindibile di ogni vera relazione di amore – ha affermato Francesco -, poiché non si può giocare con i sentimenti. Ma amare non è solo un’espressione del vincolo affettivo di coppia o di amicizia forte, bella e fraterna».

L’attenzione del pontefice si è poi spostata su «una forma concreta dell’amore», che «è dato anche dall’impegno solidale verso il prossimo, specie i più poveri». «L’amore al prossimo si nutre di fantasia e va sempre oltre: oltre i muri, oltre le differenze, oltre gli ostacoli», ha spiegato il Papa, che ha citato ancora una volta san Luigi, che «è morto consumandosi nel servizio dei malati di peste, cioè di persone che erano ai margini della società e scartate da tutti. La fantasia dell’amore, l’amore è creativo e va sempre avanti».