Vita Chiesa

Papa Francesco: ai volontari dell’Aido, «la donazione degli organi risponde a una necessità sociale»

«Il significato della donazione per il donatore, per il ricevente, per la società, non si esaurisce nella sua ‘utilità’ – ha osservato il pontefice -, trattandosi di esperienze profondamente umane e cariche di amore e altruismo. La donazione significa guardare e andare oltre sé stessi, oltre i bisogni individuali e aprirsi con generosità verso un bene più ampio». Una prospettiva che permette di pensare alla donazione di organi «non solo come atto di responsabilità sociale, bensì quale espressione della fraternità universale che lega tra loro tutti gli uomini e le donne». Dopo aver citato il passaggio del catechismo dedicato al tema, Francesco ha sottolineato che «ciascuno di noi realizza sé stesso anche attraverso la partecipazione alla realizzazione del bene altrui». «Ogni soggetto rappresenta un bene non solo per sé, ma per l’intera società; da qui il significato dell’impegno per il conseguimento del bene del prossimo».

«È importante mantenere la donazione degli organi come atto gratuito non retribuito. Infatti, ogni forma di mercificazione del corpo o di una sua parte è contraria alla dignità umana. Nel donare il sangue o un organo del corpo, è necessario rispettare la prospettiva etica e religiosa», ha sottolineato il Papa dopo aver citato l’enciclica Evangelium vitae di San Giovanni Paolo II. «Per quanti non hanno una fede religiosa, il gesto verso i fratelli bisognosi chiede di essere compiuto sulla base di un ideale di disinteressata solidarietà umana – ha aggiunto il pontefice -. I credenti sono chiamati a viverlo come un’offerta al Signore, il quale si è identificato con quanti soffrono a causa della malattia, di incidenti stradali o di infortuni sul lavoro».

Di qui l’invito a «promuovere una cultura della donazione che, attraverso l’informazione, la sensibilizzazione e il vostro costante e apprezzato impegno, favorisca questa offerta di una parte del proprio corpo, senza rischio o conseguenze sproporzionate, nella donazione da vivente, e di tutti gli organi dopo la propria morte». La consapevolezza del Papa è che «dalla nostra stessa morte e dal nostro dono possono sorgere vita e salute di altri, malati e sofferenti, contribuendo a rafforzare una cultura dell’aiuto, del dono, della speranza, della vita». Infine, Francesco ha contrapposto a «minacce contro la vita», come «aborto» ed «eutanasia», questi «gesti concreti di solidarietà e di amore generoso».