Vita Chiesa

Papa Francesco: conferenza stampa in aereo, «coloro che costruiscono i muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito». Appello per Gerusalemme «passo avanti»

«Costruire ponti per me è una cosa che va quasi oltre l’umano, ci vuole uno sforzo molto grande», ha proseguito Francesco: «Il ponte è per la comunicazione umana. E questo è bellissimo e l’ho visto qui in Marocco. Invece i muri sono contro la comunicazione, sono per l’isolamento e quelli che li costruiscono diventeranno prigionieri. I frutti non si vedono ma si vedono tanti fiori che daranno dei frutti, andiamo avanti così». «Il dialogo non può essere di laboratorio, deve essere umano, e se è umano è con la mente, il cuore e le mani e così si firmano dei patti», il monito del Papa, secondo il quale «il comune appello su Gerusalemme è stato un passo avanti fatto non da un’autorità del Marocco e da un’autorità del Vaticano, ma da fratelli credenti che soffrono vedendo questa ‘Città della speranza’ che ancora non è così universale come tutti vogliamo: ebrei, musulmani e cristiani. Tutti vogliamo questo. E per questo abbiamo firmato questo desiderio: è un desiderio, una chiamata alla fraternità religiosa che è simbolizzata in questa Città che è tutta nostra. Tutti siamo cittadini di Gerusalemme, tutti i credenti».

Il card. Barbarin, «uomo di Chiesa, ha dato le dimissioni, ma io non posso moralmente accettarle perché giuridicamente, ma anche nella giurisprudenza mondiale classica, c’è la presunzione di innocenza, durante il tempo che la causa è aperta», ha spiegato il Papa, rispondendo alle domande dei giornalisti.. «Lui ha fatto ricorso e la causa è aperta», ha ricordato Francesco: «Poi quando il secondo tribunale dà la sentenza vediamo cosa succede. Ma sempre avere la presunzione di innocenza. Questo è importante perché va contro la superficiale condanna mediatica». «Cosa dice la giurisprudenza mondiale? Che se una causa è aperta c’è la presunzione di innocenza», ha proseguito il Papa: «Forse non è innocente ma c’è la presunzione». «Una volta ho parlato in un caso in Spagna di come la condanna mediatica ha rovinato la vita di sacerdoti che poi sono stati riconosciuti innocenti», ha raccontato Francesco: «Prima di fare la condanna mediatica, pensarci due volte. E lui ha preferito onestamente: ‘Ma no, io mi ritiro, prendo un congedo volontario e lascio al vicario generale gestire l’arcidiocesi finché il tribunale dia la sentenza finale’».

«Seminare paura è fare una raccolta di crudeltà, di chiusure e anche di sterilità», ha detto il Papa, rispondendo ad una domanda sul tema delle migrazioni. «L’Europa è stata fatta da migrazioni e questa è la sua ricchezza», ha ricordato Francesco, secondo il quale «il primo lavoro che dobbiamo fare è cercare che le persone che migrano per la guerra o per la fame non abbiano questa necessità». «Se l’Europa così generosa vende le armi allo Yemen per ammazzare dei bambini, come fa l’Europa a essere coerente?», la denuncia del Papa: «Questo è un esempio, ma l’Europa vende delle armi. Poi c’è il problema della fame, della sete». «L’Europa, se vuole essere la madre Europa e non la nonna Europa – l’appello – deve investire, deve cercare intelligentemente di aiutare ad alzare con l’educazione, con gli investimenti e questo non è mio, lo ha detto il cancelliere Merkel. È una cosa che lei porta avanti abbastanza: impedire l’emigrazione non con la forza ma con la generosità, gli investimenti educativi, economici, e questo è molto importante». «È vero che un Paese non può ricevere tutti, ma c’è tutta l’Europa per distribuire i migranti», la ricetta di Francesco, «perché l’accoglienza deve essere con il cuore aperto, poi accompagnare, promuovere e integrare».

Dietro la pedofilia, il mistero del male. «Un giornale, dopo il mio discorso alla fine del summit sulla protezione dei minori, ha detto: il Papa è stato furbo, prima ha detto che la pedofilia è un problema mondiale, poi ha detto qualcosa sulla Chiesa, alla fine se ne è lavato le mani e ha dato la colpa al diavolo. Un po’ semplicistico, no?». Così il Papa ha risposto ad un’altra domanda sempre sul tema della tutela dei minori. «Io cerco di dare tutte le spiegazioni, ma c’è un punto che non si capisce senza il mistero del male», ha spiegato il Papa citando la pedo-pornografia virtuale: «Ci sono stati due incontri, pesanti, a Roma e Abu Dhabi. Mi domando come mai è diventata una cosa del quotidiano? Come mai – sto parlando di statistiche serie – se vuoi vedere un abuso minorile sessuale dal vivo puoi collegarti con la pedo-pornografia virtuale, te lo fanno vedere. Io mi domando: i responsabili non possono fare nulla?». «Noi nella Chiesa faremo di tutto per finirla con questa piaga», ha ribadito Francesco: «Io in quel discorso ho dato misure concrete. Già c’erano, prima del summit, quando i presidenti delle conferenze mi hanno dato quell’elenco che ho dato a tutti. I responsabili di queste sporcizie, sono innocenti? Quelli che guadagnano con questo? A Buenos Aires, con due responsabili della città, abbiamo fatto un’ordinanza, una disposizione non vincolante per gli alberghi lussuosi, dove si diceva ‘mettete alla reception: in questo albergo non si permettono rapporti con i minori’. Nessuno ha voluto metterlo. Un governo non può individuare dove si fanno questi filmati con i bambini? Tutti filmati dal vivo. Per dire che la piaga mondiale è grande ma anche che non si capisce senza lo spirito del male, è un problema concreto», di cui vanno studiate «la parte umana e spirituale».