Vita Chiesa
Egitto: fr. Perry, «ottocento anni fa la guerra e la violenza hanno lasciato spazio al silenzio e al dialogo»
«In un momento di nota singolarità – ha ricordato fr. Perry -, due uomini, ognuno con la propria visione dell’unico Dio, creatore di tutto e giudice giusto dell’umanità alla fine dei tempi, ha sperimentato una speciale benedizione nella persona «dell’altro». Tutti e due, monaco e sultano sono usciti da un ciclo di violenza apparentemente senza fine per riconoscere e persino celebrare la dignità e la bontà che Dio ha generosamente condiviso con tutte le persone». In quel momento «non ci fu più guerra, niente più uccisioni, niente più animosità – ha proseguito il Ministro generale dei frati minori -. Ci fu, forse, prima di tutto, un silenzio penetrante, il silenzio che viene dopo aver assistito ad un evento veramente santo, un sacro momento di vita. E poi, ci fu il dialogo, uno spazio privilegiato di ascolto reciproco». Nessuno di noi sa cosa si siano detti s. Francesco e il sultano Al-Malik al-Kamel. «Ciò che si può intuire è il carattere di questi due uomini che ricordiamo oggi perché si trattarono con rispetto reciproco mentre il silenzio pian piano apriva strada al parlare e all’ascoltare vicendevole – ha sottolineato dr. Perry -. Forse fu un momento in cui la polemica tradizionale e la retorica odiosa cessarono, quando ognuno riconobbe la chiamata alla santità di vita proclamata da tutte due le religioni abramitiche». «Che la commemorazione dell’incontro tra il Santo e il Sultano sia un’occasione perché ciascuno di noi possa aprire la propria vita all’appello concreto di camminare sulla via della bontà, l’umiltà, il rispetto e la pace»: questo l’auspicio di fr. Michael Perry. «Che il Signore ci conceda il prezioso dono della pace -ha concluso – e che tutti quanti noi possiamo avere il coraggio e la convinzione di accogliere ed abbracciare questo nuovo modo di vivere, per il futuro di tutti gli esseri umani, e anche per il futuro del pianeta».
Sabato scorso, nel suo intervento all’università Al-Ahzar a il Cairo in occasione dell’VIII centenario dell’incontro tra s. Francesco e il sultano Al-Malik al-Kamel, il Ministro generale dei frati minori aveva detto: «Siamo tutti chiamati a camminare in umiltà davanti a Dio e all’umanità, riconoscendo la dignità di ogni persona umana e condividendo la promozione di una visione di fraternità guidata dai valori di pace, giustizia, bontà, bellezza e convivenza». «Due uomini – ha ricordato fr. Perry – che hanno compreso appieno il significato di ciò che comprende essere un autentico credente. Da una parte, la figura di San Francesco d’Assisi, un uomo che ha seguito la religione cristiana e la cui visione di Dio lo ha aperto ad una realtà più ampia, portandolo a percorrere la via della costruzione di ponti, riconoscendo la bellezza e la dignità, la presenza di bontà e santità, in coloro che professavano la fede dell’Islam. Da l’altra, la figura del sultano Al-Malik al-Kamel, un uomo fedele alla sua religione islamica, la cui visione gli fornì il coraggio per accogliere, ascoltare ed abbracciare quel «monaco cristiano» che veniva da Assisi, rendendosi un uomo capace di un’ospitalità riflessiva nei confronti di qualcuno che capiva la ricerca di una via di santità la quale porta sempre a una maggiore comprensione della fraternità universale, all’abbraccio dell’altro».
Fr. Perry ha ricordato, inoltre, il documento firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, in cui è sottolineata l’urgenza che cristiani e musulmani si uniscano «per radunare le forze e lavorare insieme e per promuovere una cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli». «La nostra celebrazione in questi giorni in Egitto – ha aggiunto il Ministro generale dei frati minori – rappresenta un invito a ciascuno di noi ad abbracciare lo stesso modo di umiltà e fraternità che furono di san Francesco e del sultano Al-Malik al-Kamel, ponendo Dio al centro di tutte le cose e rispondendo in solidarietà alle grida di tutti gli esseri umani, alle loro sofferenze ma anche alle loro aspirazioni per la pace, la sicurezza, la giustizia, la verità e l’amore».