Vita Chiesa

Papa Francesco all’Associazione magistrati: «giustizia, traguardo verso cui tendere ogni giorno»

Segnalando la necessità di «riaffermare con costanza e determinazione, negli atteggiamenti e nelle prassi, il valore primario della giustizia, indispensabile per il corretto funzionamento di ogni ambito della vita pubblica», il pontefice ha evidenziato che «senza giustizia tutta la vita sociale rimane inceppata». «Al conseguimento della giustizia devono concorrere tutte le energie positive presenti nel corpo sociale, perché essa, incaricata di rendere a ognuno ciò che è suo, si pone come il requisito principale per conseguire la pace». Poi, una consegna ai magistrati, cui «la giustizia è affidata in modo del tutto speciale, perché non solo la pratichiate con alacrità, ma anche la promuoviate senza stancarvi; non è infatti un ordine già realizzato da conservare, ma un traguardo verso il quale tendere ogni giorno». Il Papa si è poi detto «consapevole» delle «mille difficoltà che incontrate nel vostro quotidiano servizio». E ne ha citate alcune: carenza di risorse per il mantenimento delle strutture e per l’assunzione del personale, la crescente complessità delle situazioni giuridiche. «Ogni giorno dovete poi fare i conti, da un lato, con la sovrabbondanza delle leggi, che può causare una sovrapposizione o un conflitto tra leggi diverse; e, dall’altro, con vuoti legislativi in alcune importanti questioni, tra le quali quelle relative all’inizio e alla fine della vita, al diritto familiare e alla complessa realtà degli immigrati», ha aggiunto Francesco. «Queste criticità richiedono al magistrato un’assunzione di responsabilità che va oltre le sue normali mansioni ed esige che egli constati gli eventi e si pronunci su di essi con un’accuratezza ancora maggiore».

«Il vostro impegno nell’accertamento della realtà dei fatti, anche se reso più difficoltoso dalla mole di lavoro che vi è affidata, sia quindi sempre puntuale, riportato con accuratezza, basato su uno studio approfondito e su un continuo sforzo di aggiornamento», ha detto ancora Papa Francesco che ha invitato i magistrati ad «avvalersi del dialogo con i diversi saperi extra-giuridici», per «comprendere meglio i cambiamenti in atto nella società e nella vita delle persone» in modo da «essere in grado di attuare con sapienza, ove necessario, un’interpretazione evolutiva delle leggi, sulla base dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione». Poi, il Papa indicando «un contesto sociale nel quale sempre di più si percepisce come normale, senza alcuno scandalo, la ricerca dell’interesse individuale anche a scapito di quello collettivo», ha incoraggiato i magistrati a «offrire un segno della dedizione disinteressata».

Soffermandosi sull’«importante prerogativa dell’indipendenza esterna», che «porta ad affermare con forza il carattere non politico» dell’Anm, Francesco invita i magistrati a restare lontani da «favoritismi e correnti, che inquinano scelte, relazioni e nomine».

«L’indipendenza interna vi renda invece liberi dalla ricerca di vantaggi personali». Dal pontefice l’invito «nel vostro prezioso compito di discernimento e di giudizio» a «rispettare la dignità di ogni persona». «Il vostro sguardo su quanti siete chiamati a giudicare sia sempre uno sguardo di bontà. Uno sguardo attento alla persona e alle sue esigenze riesce a cogliere la verità in modo ancora più autentico». Infine l’incoraggiamento a una giustizia «inclusiva», «attenta agli ultimi e alla loro integrazione». «Siete ben più che funzionari, ma modelli di fronte a tutta la cittadinanza e in particolare nei confronti dei più giovani».