Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: «il mondo ha bisogno di persone che seguono la logica della fede e non del miracolismo»

«Di fronte a questo invito ad aprire i loro cuori alla gratuità e alla universalità della salvezza, i cittadini di Nazaret si ribellano, e addirittura assumono un atteggiamento aggressivo», ha fatto notare Francesco: «L’ammirazione del primo istante si è mutata in un’aggressione, una ribellione contro di Lui. E questo Vangelo ci mostra che il ministero pubblico di Gesù comincia con un rifiuto e con una minaccia di morte, paradossalmente proprio da parte dei suoi concittadini». «Gesù, nel vivere la missione affidatagli dal Padre, sa bene che deve affrontare la fatica, il rifiuto, la persecuzione e la sconfitta», ha commentato il Papa: «Un prezzo che, ieri come oggi, la profezia autentica è chiamata a pagare. Il duro rifiuto, però, non scoraggia Gesù, né arresta il cammino e la fecondità della sua azione profetica. Egli va avanti per la sua strada, confidando nell’amore del Padre». «Anche oggi, il mondo ha bisogno di vedere nei discepoli del Signore dei profeti, cioè delle persone coraggiose e perseveranti nel rispondere alla vocazione cristiana», ha esclamato Francesco: «Persone che seguono la ‘spinta’ dello Spirito Santo, che le manda ad annunciare speranza e salvezza ai poveri e agli esclusi; persone che seguono la logica della fede e non del miracolismo; persone dedicate al servizio di tutti, senza privilegi ed esclusioni. In poche parole: persone che si aprono ad accogliere in sé stesse la volontà del Padre e si impegnano a testimoniarla fedelmente agli altri».

«Con grande preoccupazione seguo la crisi umanitaria nello Yemen», ha detto il Papa, al termine dell’Angelus di ieri. «La popolazione è stremata dal lungo conflitto e moltissimi bambini soffrono la fame, ma non si riesce ad accedere ai depositi di alimenti», l’allarme di Francesco: «Il grido di questi bambini e dei loro genitori sale al cospetto di Dio». Di qui l’appello «alle parti interessate e alla comunità internazionale per favorire con urgenza l’osservanza degli accordi raggiunti, assicurare la distribuzione del cibo e lavorare per il bene della popolazione». «Invito tutti a pregare per i nostri fratelli dello Yemen», ha detto il Papa ai fedeli presenti in piazza San Pietro: «Preghiamo forte, perché sono dei bambini che hanno fame, che hanno sete, che non hanno medicine e sono in pericolo di morte. Portiamo a casa con noi questo pensiero», ha aggiunto a braccio. Poi il riferimento alla Giornata per la vita, sul tema: «È vita, è futuro»: «Mi associo al messaggio dei vescovi ed esprimo il mio incoraggiamento alle comunità ecclesiali che in tanti modi promuovono e sostengono la vita», ha detto il Papa, secondo il quale «si rende sempre più necessario un concreto impegno per favorire le nascite, che coinvolga le istituzioni e le varie realtà culturali e sociali, riconoscendo la famiglia come grembo generativo della società».

Non è mancato un riferimento al prossimo 5 febbraio, quando «nell’Estremo Oriente e in varie parti del mondo, milioni di uomini e donne celebreranno il capodanno lunare»: «Desidero salutare tutti cordialmente, augurando che nelle loro famiglie si pratichino quelle virtù che aiutano a vivere in pace con sé stessi, con gli altri e con il creato. Invito a pregare per il dono della pace, da accogliere e coltivare con il contributo di ciascuno».

Infine, un saluto «con grande affetto» ai ragazzi e alle ragazze dell’Azione Cattolica della diocesi di Roma: «Sono lieto di accogliervi, insieme al cardinale vicario, ai sacerdoti assistenti, ai vostri genitori ed educatori, al termine della Carovana della pace». «Con questa iniziativa aprite i festeggiamenti per i 150 anni di fondazione dell’Azione Cattolica di Roma e i 50 anni della nascita dell’Acr», ha ricordato Francesco invitando i ragazzi e le ragazze dell’Acr – due dei quali lo hanno affiancato dalla finestra del terzo piano del palazzo apostolico, leggendo un messaggio a lui dedicato – ad «essere gioiosi testimoni di pace e di fraternità». Poi il lancio dei palloncini, «simbolo delle nostre preghiere per la pace nel mondo», e l’annuncio: «Tra meno di un’ora partirò per un viaggio breve ma importante negli Emirati Arabi Uniti. Per favore, accompagnatemi con la preghiera».