Vita Chiesa

Tutela dei minori: pubblicato il regolamento del Servizio Cei

«Consigliare e supportare la Cei, i vescovi e i superiori maggiori nella promozione della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili; promuovere e accompagnare le attività dei Servizi Regionali e Interdiocesani per la Tutela dei Minori; studiare e proporre contenuti informativi e formativi, oltre che strumenti operativi, per consolidare nelle comunità ecclesiali una cultura della tutela dei minori, per rafforzare la sicurezza dei luoghi ecclesiali frequentati dai minori, sensibilizzare tutti gli operatori pastorali e prevenire ogni forma di abuso; fornire informazioni, indicazioni pratiche, protocolli procedurali e quant’altro necessario». Sono i compiti del Servizio nazionale Cei per la tutela dei minori contenuti nel Regolamento reso noto oggi. La struttura del Servizio, che opera in collegamento con gli Uffici e i Servizi della Cei e in collaborazione con la Pontificia Commissione per la tutela dei minori, è composta da un presidente e un coordinatore, il cui incarico è quinquennale e rinnovabile consecutivamente una sola volta; un Consiglio di Presidenza, costituito da sette membri che durano in carica cinque anni rinnovabili; una Consulta nazionale composta da: un rappresentante della Conferenza italiana dei superiori maggiori e una dell’Unione superiore maggiori d’Italia; un rappresentante della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali; i coordinatori dei Servizi Regionali e Interdiocesani per la tutela dei minori; gli esperti nominati dalla Presidenza della Cei su proposta del presidente del Servizio. I membri durano in carica cinque anni e possono essere confermati consecutivamente una sola volta. La Consulta si riunisce in seduta plenaria almeno due volte all’anno.

I Servizi Regionali per la Tutela dei Minori (Srtm) e i Servizi Interdiocesani per la Tutela dei Minori (Sitm) sono «a supporto dei vescovi e dei superiori maggiori nell’esercizio del loro ministero per quanto attiene alla tutela dei minori e degli adulti vulnerabili». È quanto si legge nelle indicazioni per la costituzione dei Servizi regionali e inter-diocesani, decisivi per quella finalità di prevenzione e di formazione a cui la Chiesa italiana si sente chiamata per rispondere alla tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. I Servizi «sono chiamati non a sostituire gli ordinari nelle loro responsabilità, ma a supportarli attraverso competenze e professionalità educative, mediche, psicologiche, canonistiche, giuridiche, pastorali e di comunicazione». All’occorrenza, i Servizi potranno anche rivelarsi utili per la gestione delle segnalazioni.

Le indicazioni della Cei invitano ogni Regione ecclesiastica a costituire «il Servizio Regionale per la Tutela dei Minori, ovvero, se ritenuto opportuno, più Servizi Interdiocesani per la Tutela dei Minori» composti dai referenti diocesani per la tutela dei minori, da operatori pastorali e da esperti nel campo della protezione dei minori e degli adulti vulnerabili. Compete al Srtm/Sitm, in sintonia con il Servizio nazionale e secondo le indicazioni dei vescovi: monitorare e documentare le iniziative di prevenzione e formazione, nonché le modalità di attuazione a livello locale delle Linee guida nazionali; accompagnare le singole diocesi, comunità religiose, associazioni o altre realtà ecclesiali nella stesura di protocolli e indicazioni di buone prassi per la tutela dei minori; stimolare, promuovere e coordinare l’informazione e la formazione degli operatori pastorali sulle tematiche della tutela dei minori e della prevenzione degli abusi; se richiesto dal vescovo diocesano o dal superiore maggiore competente, accogliere e trattare secondo i protocolli stabiliti dal Servizio nazionale le segnalazioni di abusi sessuali in ambito ecclesiale. In ogni diocesi il vescovo devo nominare un referente diocesano per la Tutela minori, esperto in questo campo e di provata disponibilità al servizio ecclesiale, che potrà essere aiutato da una equipe di esperti, laici o chierici, approvati dal vescovo.