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BETLEMME NON AVRÀ L’ALBERO, NATALE TRISTE PER OCCUPAZIONE ISRAELIANA

Per la prima volta nella sua storia Betlemme non avrà l’albero di Natale. L’abete alto più di 13 metri, addobbato di luci e festoni che da sempre adorna la piazza della Mangiatoia, davanti alla Basilica della Natività, quest’anno non ci sarà. “Il comune non ha abbastanza fondi – spiega alla MISNA il sindaco della città, Hanna Nasser – e la mancanza di questo simbolo riflette il clima di una comunità che non è affatto pronta a celebrare questa grande festa della cristianità”. Il motivo? Da 25 giorni gli israeliani occupano Betlemme e solo nelle ultime 48 ore hanno parzialmente allentato la morsa del coprifuoco.

“Il presidente Moshe Katzav durante il suo incontro con il Papa a Roma nei giorni scorsi aveva promesso di porre fine alla presenza militare dell’esercito – incalza il primo cittadino, raggiunto telefonicamente – ma questo non è accaduto, perché i vertici militari si sono rifiutati di liberare la nostra città”. Anche stamattina all’alba i carri armati Merkava e i tank dell’esercito di Tel Aviv hanno svegliato di soprassalto i cittadini, pattugliando le strette viuzze in pietra del centro.

“Ricordate il lungo assedio alla Basilica tra i mesi di aprile e maggio scorsi? – chiede il sindaco – Ebbene, il via-vai di mezzi blindati ha praticamente distrutto la pavimentazione della piazza. Non solo, ma l’amministrazione comunale non è in grado di riparare nessuno dei danni provocati dagli scontri di quei giorni”. La città dove secondo la tradizione cristiana è nato Gesù oggi paga le conseguenze economiche e sociali dell’occupazione israeliana. Hanna Nasser snocciola alla MISNA alcuni dati: “Il 65 per cento dell’economia di Betlemme dipende dal turismo. Questo settore è completamente crollato, turisti e pellegrini non si vedono più. La disoccupazione ha raggiunto il 70 per cento, il reddito pro-capite annuo è precipitato dai 2.200 dollari dell’anno scorso ai 400 di quest’anno”.

Ecco perché c’è davvero poca voglia di festeggiare il 25 dicembre. “Sarà il Natale più triste nella storia della nostra città. Per intere settimane Betlemme è stata paralizzata e sotto coprifuoco: la gente è senza denaro, non può lavorare e nemmeno uscire di casa. Queste incredibili condizioni si ripercuotono a livello psicologico sulla popolazione che si sente abbandonata e davvero non riesce nemmeno a immaginare l’atmosfera delle feste natalizie”. (Emiliano Bos)Misna