Vita Chiesa
Custodia del Creato: convegno Chiese cristiane. Bartolomeo, «crisi ecologica è crisi spirituale»
«La crisi ecologica non è solamente un fatto economico, politico e nemmeno tecnologico, ma rivela primariamente una crisi teologica e spirituale». È quanto dice il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I in un video-messaggio ai partecipanti al convegno «Il tuo cuore custodisca i miei precetti. Un creato da custodire, da credenti responsabili in risposta alla Parola di Dio» che si è aperto oggi pomeriggio a Milano.
Il convegno è promosso dall’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo in collaborazione con Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, arcidiocesi ortodossa di Italia del Patriarcato ecumenico, diocesi copto ortodossa di San Giorgio, Chiesa di Inghilterra, diocesi ortodossa romena. Esperti cattolici, ortodossi, protestanti ed ebrei si confronteranno per tre giorni sulle grandi sfide del pianeta e sulle responsabilità dei cristiani, precorrendo un cammino a tappe che dalla custodia del creato arriva alla solidarietà con le creature, per giungere alla «denuncia dei percorsi sbagliati» e alla «proposta di un cammino nuovo».
«Abbiamo ignorato la creazione – dice Bartolomeo – come un dono sacro fattoci da Dio che noi abbiamo abusato, trattando la creazione come nostra proprietà, secondo i nostri desideri e non quelli di Dio, a volte non la condividiamo con gli altri, specialmente con i poveri». Questo è il motivo che ha spinto Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo a lavorare insieme per «far conoscere l’impatto delle implicazioni del cambiamento del clima». «Il manipolare e il controllare le limitate risorse del pianeta e la nostra avidità per il profitto del mercato – afferma Bartolomeo – ci hanno alienato dal proposito iniziale della creazione. Non rispettiamo più la natura come un dono da condividere, ma la consideriamo una possessione privata». Il Patriarca ecumenico esorta i partecipanti al convegno e i rappresentanti delle Chiese cristiane in Italia ad affrontare insieme e risolvere la crisi ecologica. «Lo dobbiamo a Dio, lo dobbiamo alla nostra fede e alla Chiesa ma lo dobbiamo anche ai nostri bambini, perché siamo obbligati a ricordare che non solo la presente ma anche le future generazioni hanno diritto di godere della natura dei boschi dataci dal creatore».
«È un problema serio, di cui essere consapevoli. Abbiamo lottato fino ad oggi per la giustizia sociale. Ora ci stiamo rendendo sempre più conto che la giustizia sociale è strettamente legata alla giustizia nel Creato. I 230 milioni di migranti climatici previsti nel 2050 sono frutto di quello che noi abbiamo combinato negli ultimi decenni, una insensata distruzione dei delicati equilibri del clima e degli ecosistemi che ci sta già colpendo». Con queste parole, mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo, ha aperto il convegno ecumenico sulla salvaguardia del creato.
«Il tema della salvaguardia del creato è un tema che coinvolge tutte le Chiese», spiega don Giuliano Savina, nuovo direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo. «Siamo chiamati oggi a dire cose importanti su questi temi per aiutare questa Europa e questo mondo a ridare dignità alla terra e all’uomo che è stato chiamato ad abitare la terra». «Contemplare, custodire, denunciare, proporre: questi ‘i verbi’ – dice don Savina – che guideranno le riflessioni di questi giorni».
In un video messaggio ai partecipanti, il teologo protestante Jurgen Moltmann ammette: «La teologia moderna è colpevole di avere creato una visione antropocentrica del mondo. Compito della nuova teologia sarà trasformare questo approccio e rinnovarlo. Abbiamo bisogno di una nuova teologia della terra», di una «nuova spiritualità dell’al di qua». Il teologo invita a non perdere la speranza. «È questa speranza – dice – che ci spinge a fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per permettere ai nostri figli e ai figli dei nostri figli, di vivere».
Anche il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, ha inviato un video messaggio esortando le Chiese a trattare il Creato e tutto ciò che in esso è contenuto «come un fratello e una sorella» ispirandosi alla spiritualità di San Francesco che ha chiamato «sole fratello e terra sorella».