Vita Chiesa

Insegnanti religione cattolica: card. Bassetti, «siate lievito all’interno della scuola pubblica»

Richiamando un brano dal Vangelo di Luca, il porporato ha segnalato che «invitare chi è in grado di contraccambiare risponde da una parte alla convenienza di sedere a tavola con i propri simili: quelli che condividono vincoli di parentela, o una medesima condizione sociale, oppure le stesse idee e posizioni politico-religiose». «Invitare chi non sarà mai in grado di ricambiare l’invito – ha aggiunto il card. Bassetti – presuppone, invece, un autentico disinteresse, poiché sarà evidentemente impossibile ricavare alcunché da quel mangiare insieme». Quindi, l’invito del cardinale a «dare importanza non a ciò che le persone possono dare, ma a quello che esse sono, indipendentemente da ogni condizionamento sociale e culturale». Parole che indicano la «logica propria dei cristiani»: «Non cercare il proprio interesse, ma quello degli altri».

«È l’atteggiamento che fonda ogni autentica relazione educativa – ha proseguito il presidente della Cei -: la decisione di cercare il bene dell’altro donandosi senza attendere nulla in cambio. Non solo in termini monetari o comunque materiali, ma anche per le gratificazioni professionali o i ritorni di qualsiasi genere». Il porporato ha osservato come sia «umano» e anche «pedagogicamente sensato» «sperare in risultati tangibili della propria azione educativa, ma questo non può appartenere alle motivazioni dell’atto educativo». «Solo un’educazione capace di autentica gratuità può stabilire relazioni efficaci e coinvolgere davvero i bambini, i ragazzi e i giovani – ha sottolineato il card. Bassetti -. Sentirsi amati e cercati per quello che si è, infatti, è fondamentale per vivere la scuola come momento di apertura a sé, agli altri e al mondo». Quindi, il cardinale ha condiviso il fatto che «fa piacere essere ricambiati e vedere i risultati del proprio lavoro», ma ha messo in guardia dalle tante volte che «questo non accade, o non accade subito, per tutta una serie di motivi. Ed è qui che si può verificare se si è insegnanti per interesse o per amore». Infine, un plauso a «chi invece insegna perché è capace di accogliere e donare gratuitamente», perché «sa stare dentro la realtà con amore e competenza, sempre, accogliendo e valorizzando le persone per quello che sono e incassando le frustrazioni senza lasciarsene scoraggiare».