Vita Chiesa

Sinodo, Circoli minori: proposti un messaggio finale e un’esortazione. Tenere conto del «continente digitale»

In uno dei Circoli anglofoni, si è proposto anche di inviare «una serie di piccoli messaggi», alla fine di ogni settimana di lavoro, da parte della Commissione per l’informazione del Sinodo, in modo da facilitare la comprensione dei contenuti alla platea giovanile. Anche l’esortazione apostolica, è stato proposto in uno dei gruppi inglesi, dovrebbe essere in qualche modo «interattiva», ad esempio contenendo «domande aperte» che possano «favorire il confronto delle idee in piccoli gruppi». Anche in uno dei gruppi linguistici italiani, analogamente a quanto è avvenuto con il Concilio, si è auspicato per la fine del Sinodo – «un messaggio rivolto direttamente ai giovani, breve e incisivo».

Quanto al documento finale, due le opzioni presentate: la prima prevede «un insieme di proposizioni da presentare al Papa in vista della redazione di una eventuale esortazione post-sinodale», la seconda prevede invece «la redazione di un testo organico da parte dei padri sinodali». Il tema della cultura digitale come parte integrante della cultura dei giovani è trasversale in tutte le relazioni dei Circoli minori, con la raccomandazione di tener conto, nello stesso tempo, «dei moltissimi giovani che nel mondo non hanno accesso a Internet». Di qui la necessità di evitare un’impostazione «troppo occidentale» del Sinodo e dei suoi documenti, scongiurando il rischio che prevalga la «colonizzazione ideologica» a più riprese stigmatizzata dal Papa. Altro fenomeno di cui tener conto è quello che in un Circolo anglofono viene definito «migrazione digitale», in virtù della quale i giovani sono spinti dall’influenza crescente di Internet e dei social media nella loro vita a «migrare» virtualmente dalla loro famiglia e dai loro valori culturali e religiosi di provenienza, con il conseguente effetto di «spaesamento» e di perdita delle proprie radici.

Le cause dell’allontanamento. «L’abbandono di una paternità e di una maternità che ha lasciato orfane le giovani generazioni, il perpetuarsi di stili pastorali non più capaci di attrarle», ma anche «i danni provocati sulla loro crescita dagli scandali nel campo della sessualità, della ricchezza e anche dell’abuso dell’autorità». Sono questi, per uno dei gruppi linguistici italiani, i sintomi della «difficoltà della Chiesa di mettersi in sintonia con le giovani generazioni, ponendo così non pochi ostacoli che ne hanno favorito l’allontanamento».

Il tema degli abusi è uno di quelli ricorrenti, nelle relazioni dei 14 Circoli minori. «La questione degli abusi sessuali della Chiesa non può essere liquidata incidentalmente o con poche frasi», il monito contenuto in uno dei Circoli minori inglesi: la crisi degli abusi della Chiesa «è uno scandalo che ha minato il lavoro della Chiesa in ogni campo, perché ha compromesso la sua credibilità».

A proposito della sessualità, i giovani di lingua inglese chiedono inoltre di chiarire che «i giovani che non condividono la concezione della Chiesa sulla sessualità sono ancora membri della Chiesa». In uno dei gruppi linguistici italiani, a proposito della vita affettiva e della sessualità, si fa presente che «i giovani hanno bisogno di chi parli loro con limpidezza, profonda umanità ed empatia», evitando «ogni atteggiamento di giovanilismo e di puritanesimo da parte degli adulti». Per quanto riguarda, infine, la famiglia, una delle raccomandazioni dei giovani di lingua inglese è quella di tener conto «non solo della famiglia nucleare, ma anche dei nuclei di famiglia allargata», oltre che della condizione dei «single».

Il tema delle migrazioni è traversale e molto presente nelle relazioni dei 14 Circoli minori. La richiesta unanime è quella di una maggiore attenzione ai «giovani migranti», con «speciale attenzione a coloro che vivono nei campi di rifugiati» e la richiesta è ad evitare «ogni forma di discriminazione». L’invito di uno dei gruppi francofoni è a chiedersi «come la Chiesa possa accompagnare questi giovani» sia nei loro Paesi di origine sia in quelli di arrivo, «approfondendo la riflessione sul fenomeno migratorio e aiutando a trovare soluzioni che rispettino la dignità della persona umana». Per uno dei Circoli italiani, la maggiore urgenza è quella di «un impegno per promuovere opportunità nei Paesi di provenienza, e una collaborazione internazionale per offrire canali di legalità e di sicurezza ad una sfida così complessa».