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RAPPORTO UNHCR, 12MILIONI DI RIFUGIATI
Secondo il nuovo rapporto statistico pubblicato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), nell’ultimo decennio l’86% dei rifugiati di tutto il mondo è stato generato da paesi in via di sviluppo. Allo stesso tempo, questi paesi sono stati anche paesi d’asilo per 7 rifugiati su 10 in fuga dal proprio paese.
Il primo Annuario statistico dell’UNHCR rileva come, mentre i paesi più ricchi manifestano sempre più preoccupazione per il numero di richiedenti asilo che arriva alle loro frontiere, sono soprattutto i paesi più poveri a dare asilo ai rifugiati – il 72% negli ultimi 10 anni.
“Il fatto che 7 rifugiati su 10 siano ospitati in paesi a basso reddito evidenzia la responsabilità dei paesi industrializzati a condividere la protezione internazionale dei rifugiati” si legge nella pubblicazione.
Il nuovo rapporto fornisce un panorama mondiale degli spostamenti forzati di popolazione negli ultimi dieci anni, tra cui molte informazioni specifiche sulle tendenze nei paesi industrializzati e dati sulla popolazione di rifugiati in tutto il mondo.
Nella prefazione, l’Alto Commissario Ruud Lubbers evidenzia come i dati presentati possano contribuire a mettere in luce l’impatto di questi flussi sui paesi che ospitano rifugiati, che spesso non è immediatamente evidente.
“Spero che il rapporto si dimostri un valido strumento per studiare l’evoluzione degli spostamenti forzati di popolazione in tutto il mondo, per comprendere il nesso tra asilo e migrazioni e la condivisione degli oneri e delle responsabilità”, scrive Lubbers. “Soprattutto spero che contribuisca ad alimentare l’attuale dibattito sui rifugiati e l’asilo e ad informare coloro che elaborano politiche e prendono decisioni”.
Da cinque anni (1997-2001) il numero di rifugiati si attesta intorno ai 12 milioni, dopo essere diminuito di circa un quarto rispetto al quinquennio precedente (1992-1996). Sebbene recentemente il numero di rifugiati sia rimasto relativamente stabile, la loro distribuzione geografica è mutata. Dalla metà degli anni ’90, i paesi dell’Asia hanno sia generato che ospitato un maggior numero di rifugiati, mentre in Africa queste cifre sono diminuite.
Nel 2001 gli afghani costituivano un terzo della popolazione rifugiata di tutto il mondo e la principale nazionalità di richiedenti asilo nei paesi industrializzati. Poiché la pubblicazione copre un periodo fino al 31 dicembre 2001, gli importanti mutamenti dell’ultimo anno in Afghanistan non sono considerati. Nel 2002, oltre 1,7 milioni di rifugiati afghani hanno fatto ritorno alle proprie case e il numero di domande d’asilo inoltrate da cittadini afghani è notevolmente diminuito. Il massiccio processo di rimpatrio degli afghani nel 2002 ha inoltre invertito la tendenza alla diminuzione del numero di rimpatri, che – rileva il rapporto – nel 2001 avevano raggiunto il minimo degli ultimi 10 anni.
Dai primi anni ’90, il numero dei flussi di rifugiati è diminuito del 38%. La pubblicazione comunque sottolinea come “sebbene un minor numero di persone attraversi frontiere internazionali, la condizione degli sfollati – coloro che, a differenza dei rifugiati, non attraversano un confine internazionale – è probabilmente peggiorata”. Secondo il rapporto tuttavia, a causa della scarsità di informazioni attendibili, è molto difficile valutare le condizioni e la quantità degli sfollati. Alcune fonti stimano in 25 milioni il numero di persone sfollate a causa di conflitti in tutto il mondo.
Nel 2001 il numero di domande d’asilo inoltrate in paesi industrializzati è cresciuto dell’8%. Mentre i 6 paesi industrializzati non europei – Canada, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Giappone – hanno ricevuto il 31% di domande in più e quelli dell’Europa centrale il 33% in più, i 15 paesi dell’Unione Europea hanno complessivamente registrato una diminuzione dell1%.
In termini generali, il rapporto rileva: “dal 1992 il numero globale dei rifugiati è diminuito, i rifugiati rientrati nei propri paesi sono stati più di quanti ne siano fuggiti e la dimensione dei nuovi flussi di rifugiati è diminuita”, ma fa anche notare che nonostante questi progressi “non è abbastanza per compiacersi”. Dalla fine degli anni ’90 al 2001, con la diminuzione dei rimpatri, minori flussi massicci di rifugiati e lo stabilizzarsi del numero di rifugiati, l’UNHCR ha dovuto confrontarsi sempre di più con crisi protratte, alcune delle quali in corso da decenni.
Il rapporto – di 165 pagine – è stato redatto dalla Sezione dati geografici e sulla popolazione dell’UNHCR ed è basato su statistiche fornite dai vari governi, integrati con i sistemi di registrazione dell’UNHCR e dei suoi partner operativi. Dopo questa prima edizione, verrà pubblicato annualmente. Il rapporto è consultabile sul sito internet dell’UNHCR (www.unhcr.ch/statistics).