Vita Chiesa
Papa Francesco: udienza, Dio non è «immagine o successo personale”
“Noi cristiani possiamo chiederci: quale è veramente il mio Dio? È l’Amore Uno e Trino oppure è la mia immagine, il mio successo personale, magari all’interno della Chiesa?”, ha chiesto Francesco, definendo l’idolatria “una costante tentazione della fede”, che “consiste nel divinizzare ciò che non è Dio”. “Che cos’è un ‘dio’ sul piano esistenziale, un Dio di tutti i giorni? È ciò che sta al centro della propria vita e da cui dipende quello che si fa e si pensa”, ha spiegato il Papa, secondo il quale “si può crescere in una famiglia nominalmente cristiana ma centrata, in realtà, su punti di riferimento estranei al Vangelo”.
“L’essere umano non vive senza centrarsi su qualcosa”, ha ammonito Francesco: “il mondo offre il supermarket degli idoli, che possono essere oggetti, immagini, idee, ruoli”. “Per esempio la preghiera”, ha continuato a braccio: “Noi dobbiamo pregare Dio, che è nostro padre”. A questo proposito, sempre fuori testo, il Papa ha citato un episodio accaduto a Buenos Aires: “Mi ricordo una volta che ero andato ad una parrocchia, nell’altra diocesi, per fare una messa.
Poi dovevo fare le Cresime in un’altra parrocchia a distanza di un chilometro e sono andato camminando e ho attraversato un parco bello. C’erano più di 50 tavolini con due sedie, e la gente seduta una davanti all’altra. Cosa si faceva? Andavano a pregare l’idolo”. “Invece di pregare Dio, che è provvidenza del futuro, andavano lì per veder le carte e vedere il futuro”, ha spiegato Francesco: “Questa è un’idolatria”.
“Quanti di voi siete andati per farvi leggere le carte e guardare il futuro?”, ha chiesto ai 7mila presenti in Aula Paolo VI: “Quanti di voi siete andati a leggere le carte per vedere il futuro, invece di pregare il futuro? Il Signore è Dio, gli altri sono idoli, idolatrie, che non servono”.