Vita Chiesa

Anglicani: York, a luglio sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra. Fra i temi protezione minori, ambiente, disarmo nucleare

Una mozione, sabato 7 luglio, chiederà al sinodo di approvare un rapporto di intervento sul tema della protezione dei minori e delle vittime di abusi. Tra le priorità la pubblicazione di una nuova ricerca, un registro dei pastori, criteri più severi per la selezione di questi ultimi e una collaborazione con la Chiesa cattolica. Questa iniziativa ecumenica, che le due chiese hanno deciso di chiamare «Safe spaces», ovvero «Spazi sicuri», prevede una collaborazione con le persone vittime di abusi che daranno vita a una nuova commissione. Lo scopo è coinvolgerli nel lavoro di protezione dei minori che viene fatto sia a livello nazionale che regionale e anche a livello diocesano. Un telefono amico e una commissione di esperti si assicurerà che le vittime siano parte integrante del lavoro di prevenzione della Chiesa.

Importante argomento anche la decisione di collaborare più da vicino con le chiese pentecostali africane, legata alla decisione della famiglia reale di far predicare, durante il matrimonio del principe Harry e di Meghan Markle, Michael Curry, primo vescovo afroamericano della Chiesa episcopale anglicana.

Sempre sabato 7 luglio il Sinodo generale, parlerà di ambiente grazie a una mozione del vescovo di Manchester David Walker. Obiettivo: incoraggiare i tre enti che, insieme, gestiscono quasi 12,5 miliardi di sterline, i «National Investment Bodies», a continuare la loro politica di abbandono di società e fondi che non si impegnano a sostenere un’economia a basse emissioni di carbonio. Il sinodo anglicano di Londra chiede poi a quello nazionale di invitare ogni diocesi ad avere un progetto ambientale e avviare uno strumento per controllare il consumo di energia di cattedrali e chiese. Domenica tocca al nucleare. La Chiesa di Inghilterra intende ricordare al governo di Theresa May, come spiega un portavoce, che «è importante ascoltare la voce delle nazioni che hanno scelto il disarmo perché facciamo parte di una comunità globale».