Vita Chiesa

Papa Francesco: all’Uildm, «accompagnare la riabilitazione fisica con gesti di prossimità»

Dopo aver espresso «apprezzamento» per «la generosa attività dei soci e dei volontari delle vostre sezioni locali al servizio delle persone affette da distrofie e altre patologie neuromuscolari», il Pontefice ha indicato i membri dell’Uildm come «raggi di speranza, che alleviano i momenti di solitudine e di sconforto» e «incoraggiano ad affrontare la malattia con fiducia e serenità». «La vostra presenza al fianco di queste persone garantisce un’assistenza amichevole, offrendo loro preziosi servizi in ambito medico e sociale – ha aggiunto il Papa -. Oltre agli aiuti concreti per affrontare la vita quotidiana, come il trasporto, la fisioterapia, l’assistenza domiciliare, sono importanti il calore umano, il dialogo fraterno, la tenerezza con cui vi dedicate agli utenti delle vostre strutture». Tra le caratteristiche del servizio dei membri dell’Uildm riconosciute dal Papa, vi è la «gratuità della prestazione», «unita all’indipendenza da interessi o ideologie di parte». Una gratuità che «si accompagna però con la professionalità e la continuità». «Ciò è ben richiesto ai vostri soci insieme con altre virtù: discrezione, fedeltà, attenzione, prontezza ed efficacia nell’intervento, capacità di intuire anche i problemi inespressi del malato, umiltà, serietà, determinazione, puntualità, perseveranza e rispetto per il malato in ogni sua esigenza». Di qui l’incoraggiamento a «proseguire su questa strada, diventando sempre più testimoni di solidarietà e di carità evangelica».

«Attraverso l’attività che svolgete, voi potete anche sperimentare che, solo se ama e si dona agli altri, la persona realizza pienamente sé stessa», ha detto ancora Papa Francesco. Ricordando che «Gesù ci ha insegnato a camminare nella carità», il Papa ha sottolineato che «la carità rappresenta la forma più eloquente di testimonianza evangelica perché, rispondendo alle necessità concrete, rivela agli uomini l’amore di Dio». Un insegnamento seguito da «tanti uomini e donne cristiani, nel corso dei secoli», che «hanno scritto pagine stupende di amore al prossimo». Il riferimento è ai «santi sacerdoti» Giuseppe Cottolengo, Luigi Guanella e Luigi Orione. «La loro carità ha lasciato una forte impronta nella società italiana». Poi, Francesco ha osservato che «anche ai nostri giorni, tante persone, impegnandosi per il prossimo, sono arrivate a riscoprire la fede, perché nel malato hanno incontrato Cristo, il Figlio di Dio».

«Egli chiede di essere servito nei fratelli più deboli – ha aggiunto -, parla al cuore di chi si pone al loro servizio e fa sperimentare la gioia dell’amore disinteressato, amore che è fonte della vera felicità». Infine, il Papa ha evidenziato che è importante l’aiuto che si offre, ma «ancora di più lo è il cuore con cui lo si offre». Quindi, ancora un messaggio ai membri dell’Uildm: «Voi siete chiamati a essere una ‘palestra’ di vita, soprattutto per i giovani, contribuendo a educarli a una cultura di solidarietà e di accoglienza, aperta ai bisogni delle persone più fragili». «Questo avviene attraverso la grande lezione della sofferenza – ha concluso -. Una lezione che viene dalle persone malate e sofferenti e che nessun’altra cattedra può impartire».