Vita Chiesa

Politica: card. Bassetti, «Il nuovo che avanza ci impone un esame di coscienza». Appello all’impegno dei cattolici

In politica, «la partita non è persa». Nonostante le «preoccupazioni», le «difficoltà», lo «stato di prostrazione», il «clima di smarrimento culturale e morale»,  il «rancore diffuso», l’«indifferenza alle sorti dell’altro», le «tensioni e proteste neanche troppo larvate», il «disagio sociale», lo «stallo» e la «confusione di ruoli» che ha caratterizzato l’inizio di questa legislatura. Perché «il Paese è più sano» di come lo si dipinge. È uno sguardo lucido, responsabile e consapevole,  quello con cui il card. Bassetti ha introdotto la seconda giornata della Cei, aperta ieri sera dal Papa. La Chiesa, ha assicurato il presidente a nome dei suoi confratelli vescovi, «guarda sicuramente con attenzione l’intero Paese, specie in una fase delicata come l’attuale», e lo fa con uno sguardo sempre costruttivo e orientato al futuro. «Non sarebbe difficile, probabilmente, dar fiato a una serie di preoccupazioni, a fronte delle difficoltà in cui si dibatte la nostra gente, a causa di una crisi economica decennale che ha profondamente inciso sulla stessa tenuta sociale», ha osservato Bassetti: «Non sarebbe difficile nemmeno osservare come a tale stato di prostrazione sia venuto associandosi un clima di smarrimento culturale e morale, che ha prodotto un sentimento di rancore diffuso, di indifferenza alle sorti dell’altro, di tensioni e proteste neanche troppo larvate. Non sarebbe, infine, difficile riconoscere pure che un simile disagio sociale ha avuto effetti pesanti anche in politica, effetti visibili nella situazione di stallo e di confusione di ruoli che ha segnato l’avvio di questa Legislatura». «Ma non credete, cari Confratelli, che anche nel contesto attuale ci siano ragioni fondate per dire che la partita non è persa?», ha chiesto ai vescovi presenti: «Non credete che le radici siano buone e il Paese più sano di come spesso lo si dipinga? Non credete che, non solo non siamo semplicemente allo sbando o alla deriva, ma ci sia ancora tanta disponibilità per il bene comune?».

«Portare alta la divisa evangelica pure in politica». «Tra pochi mesi celebreremo il centenario dell’appello ai Liberi e Forti, lanciato da un gruppo di tenaci democratici, riuniti intorno a don Luigi Sturzo – ha ricordato il card. Gualtiero Bassetti -. Fu l’inizio di una storia, quella del cattolicesimo politico italiano, che ha segnato la nostra democrazia e che ci ha dato una galleria di esempi alti di dedizione, di umiltà, di intelligenza». «Abbiamo vissuto momenti gloriosi e momenti dolorosi, sperimentato la forza ma anche la debolezza, la meschineria, il tradimento, la diaspora», ha proseguito il cardinale ripercorrendo idealmente le tappe della nostra storia politica: «Vecchi partiti si sono sgretolati, nuovi soggetti sono venuti sulla scena, ma nessuno può negare che nelle migliaia di Comuni italiani ci sono persone che senza alcuna visibilità e senza guadagno reggono le sorti della nostra fragile democrazia». «Chi si impegna nell’amministrare la cosa pubblica deve ritornare ad essere un nostro figlio prediletto», la proposta del presidente della Cei: «Dobbiamo mettere tutta la forza che ci resta al servizio di chi fa il bene ed è davvero esperto del mondo della sofferenza, del lavoro, dell’educazione». «Quello che ha sempre guidato i cattolici italiani – ha affermato Bassetti citando il beato Giuseppe Toniolo – è stato un grande bisogno di distinguersi e di portare alta la divisa evangelica pure in politica. La storia della Chiesa italiana è stata una storia importante anche per la particolare sensibilità per l’aspetto politico dell’evangelizzazione: nessuna Conferenza episcopale come la nostra possiede un tesoro così ricco di documenti e di testimonianze».

«Credo che sia giunto il momento di cogliere la sfida del nuovo che avanza nella politica italiana per fare un esame di coscienza e, soprattutto, per rinnovare la nostra pedagogia politica e aiutare coloro che sentono che la loro fede, senza l’impegno pubblico, non è piena». Ne è convinto il card. Bassetti, che ha affermato che «la fede non può essere fumo, ma fuoco nel cuore delle nostre comunità». «Dove sono le nostre intelligenze, dove sono le nostre passioni? Perché il dibattito tra noi è così stentato? Di che cosa abbiamo timore?», le domande provocatorie a proposito della testimonianza cristiana in politica. «Gli spazi che la dottrina e il magistero papale ci hanno aperti sono enormi – come ribadiva ieri sera il Santo Padre – ma sono spazi vuoti se non li abitiamo», il monito: «E spazi dottrinali vuoti o pieni di pia retorica non sono sufficienti a contenere le tragedie di questa umanità in mezzo alla quale la misericordia del Signore ci ha posto». A proposito dei cattolici impegnati in politica, il presidente della Cei si è chiesto: «Sono molti, sono pochi? Ancora una volta, non è questione di numero, ma di luce, lievito e sale: ogni società vive e progredisce se minoranze attive ne animano la vita spirituale e si mettono al servizio di chi nemmeno spera più». «In questo momento cruciale della nostra storia, esprimiamo con convinzione la nostra stima al Presidente della Repubblica per la guida saggia e paziente con cui sta facendo di tutto per dare un governo all’Italia», il tributo a Mattarella.

«Non basta avere un governo per poter guidare il Paese». «Ricordiamo a tutti come non basti nemmeno avere un governo per poter guidare il Paese». È la parte dell’introduzione del card. Bassetti legata all’attualità. «Occorre – questo Paese – conoscerlo davvero, conoscerne e rispettarne la storia e l’identità», il monito a tutte le forze politiche, nella seconda giornata dell’Assemblea della Cei: «Bisogna conoscere il mondo di cui siamo parte e nel quale la nostra Repubblica – cofondatrice dell’Europa unita – è desiderosa di ritornare a svolgere la sua responsabilità di Paese libero, democratico e solidale». «Anche la nostra Chiesa è attraversata da un respiro europeo e chi frequenta i nostri confratelli sa quanto le Chiese del Continente siano alla ricerca di idee e di entusiasmi per educare e favorire la crescita di un’etica pubblica», ha sottolineato il presidente della Cei, ricordando che «questi principi fanno parte integrante della nostra cultura». «A questi principi intendiamo dare un contributo reale, convinti che – come dicevo a inizio d’anno – questo sia un tempo in cui occorre ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società», ha ribadito Bassetti, esortando a prendere «le distanze dal disincanto, dalla prepotenza e dalla sciatteria morale che ci circondano». «Prendiamo le distanze dalla nostra stessa ignavia», l’altro invito: «Facciamolo in nome del Vangelo e sempre con il sorriso e a voce bassa. Ci troveremo a condividere la strada con tante persone buone, sincere e oneste».

https://youtu.be/iMrXlKj5u0s