Vita Chiesa

Papa Francesco: prefazione a libro Ratzinger, «fonte d’ispirazione per azione politica lungimirante»

Il volume verrà presentato a Roma l’11 maggio, alla presenza del presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, dell’arcivescovo Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare del Papa emerito, del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e dell’arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi. Un tema che è «da sempre al centro dell’attenzione» del Papa emerito – scrive il Pontefice – e ciò lo porta sin da giovane a «riflettere sui limiti dell’obbedienza allo Stato a favore della libertà dell’obbedienza a Dio».

D’altronde, Ratzinger sperimenta in prima persona il nazismo che, «con la sua menzogna totalitaria» di voler racchiudere tutte «le possibilità e le speranze umane», divenne «demoniaco e tirannico». E allo stesso tempo Benedetto XVI mette in discussione «la pretesa totalitaria dello Stato marxista e dell’ideologia atea sulla quale si fondava». L’autentico contrasto tra marxismo e cristianesimo per Ratzinger, infatti, «non è certo dato dall’attenzione preferenziale del cristiano per i poveri», sottolinea Papa Francesco, perché, accanto alla presenza reale di Gesù nella Chiesa e nel sacramento, esiste quell’altra presenza reale di Gesù nei più piccoli, nei calpestati di questo mondo, negli ultimi, nei quali Egli vuole essere trovato da noi».

Il vero contrasto, invece, deriva invece dalla fonte della redenzione dell’uomo. Oggi si tende a guardare solo all’amore dell’uomo per il proprio ego, che porta alla «colonizzazione» delle coscienze, nega le differenze tra maschio e femmina, pianifica razionalmente la produzione di esseri umani, arrivando a «ritenere logico e lecito eliminare quello che non si considera più creato, donato, concepito e generato, ma fatto da noi stessi».

Questi sono «diritti umani apparenti» – sottolinea il Pontefice – tutti «orientati all’autodistruzione dell’uomo» perché negano che «l’uomo è creatura di Dio» che ne tutela la libertà e la dignità. Difendere l’uomo «contro le riduzioni ideologiche», dunque, vuol dire «fissare l’obbedienza dell’uomo a Dio quale limite dell’obbedienza allo Stato». E in un’epoca di mutamenti come quella contemporanea – conclude Papa Francesco – questo significa «difendere la famiglia» perché «l’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia» ed il bene di quest’ultima «è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa».