Vita Chiesa

Papa a Pietrelcina: «Padre Pio, figlio dell’amore materno della Chiesa»

Al suo arrivo a Pietrelcina è stato accolto dall’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, e dal sindaco di Pietrelcina, Domenico Masone. Prima di incontrare i fedeli, sul piazzale antistante l’aula liturgica, Francesco ha fatto una breve sosta di preghiera nella Cappella San Francesco davanti all’olmo delle stimmate, raggiunta a piedi per il primo fuori programma del viaggio. All’uscita della cappellina il primo bagno di folla, accalcata lungo le transenne che delimitano il percorso del Papa verso il piazzale antistante l’aula liturgica, dove, dopo il saluto del vescovo, ha pronunciato il suo primo discorso.

 «Qui egli cominciò a sperimentare la maternità della Chiesa, della quale fu sempre figlio devoto». Con queste parole il Papa ha ripercorso la prima tappa della vita di Padre Pio, nel suo primo discorso del viaggio in memoria del santo del Gargano.

«Sono lieto di trovarmi in questo paese, dove Francesco Forgione nacque e iniziò la sua lunga e feconda vicenda umana e spirituale», ha esordito Francesco a Pietrelcina. «In questa comunità – ha proseguito a proposito della sua terra natale – egli temprò la propria umanità, imparò a pregare e a riconoscere nei poveri la carne del Signore, finché crebbe nella sequela di Cristo e chiese di essere ammesso tra i Frati Minori Cappuccini, diventando in tal modo fra Pio da Pietrelcina». «Qui egli cominciò a sperimentare la maternità della Chiesa, della quale fu sempre figlio devoto», le parole del Papa: «Qui meditò con intensità il mistero di Dio che ci ha amati fino a dare se stesso per noi».

Ricordando «con stima e affetto questo santo discepolo di San Francesco», il Papa ha salutato cordialmente «tutti voi suoi compaesani, il vostro parroco e il sindaco insieme al pastore della diocesi, mons. Felice Accrocca, alla comunità dei Cappuccini e a tutti voi che avete voluto essere presenti».

Nel primo discorso a Pietrelcina, il Papa ha ripercorso gli anni passati da Francesco Forgione nel suo paese natale. «Ci troviamo oggi nello stesso terreno sul quale Padre Pio dimorò nel settembre 1911 per respirare un po’ di aria più sana dopo che ne aveva sperimentato la miglioria per il proprio fisico», ha esordito Francesco: «In quel tempo, infatti, egli risiedeva nel suo paese natale per motivi di salute. Quello non fu, per lui, un periodo facile: era fortemente tormentato nell’intimo e temeva di cadere nel peccato, sentendosi assalito dal demonio. Con pochi poteva parlarne sia per via epistolare sia in paese: al solo arciprete don Salvatore Pannullo manifestò ‘quasi tutto’ il suo ‘intento per averne dei rischiaramenti’». «Voleva capire quello che avveniva nella sua anima», ha aggiunto a braccio: «In quei terribili momenti Padre Pio trasse linfa vitale dalla preghiera continua e dalla fiducia che seppe riporre nel Signore», ha commentato il Papa citando Padre Pio: «Tutti i brutti fantasmi che il demonio mi va introducendo nella mente spariscono allorché fiducioso mi abbandono nelle braccia di Gesù». «Qui c’è tutta la teologia», il commento ancora a braccio: «Tu sei triste, sei ammalato, abbandonati nelle braccia di Gesù. E questo ha fatto lui: amava Gesù e si fidava di lui». «Così scriveva al Ministro provinciale, padre Benedetto, nel marzo 1911, asserendo che il proprio cuore si sentiva ‘come attratto da una forza superiore prima di unirsi a Lui la mattina in sacramento’». «E questa fame e sete anziché rimanere appagata, dopo averlo ricevuto, si accresceva sempre più», ha proseguito il Papa: «Padre Pio si immerse quindi nella preghiera per aderire sempre meglio ai disegni divini. Attraverso la celebrazione della Santa Messa, che costituiva il cuore di ogni sua giornata e la pienezza della sua spiritualità, raggiunse un elevato livello di unione con il Signore. In questo periodo, ricevette dall’alto speciali doni mistici, che precedettero il manifestarsi nelle sue carni dei segni della passione di Cristo».

Padre Pio «amava la Chiesa, con tutti i suoi problemi», ha detto il Papa, che ha infarcito il suo primo discorso del viaggio in onore di Padre Pio, a Pietrelcina, di numerosi interventi a braccio. Padre Pio, ha sottolineato Francesco fuori testo, «amava la Chiesa, con tutti i suoi problemi, con tutti i suoi guai, con tutti i nostri peccati, perché noi siamo peccatori, ci vergogniamo… Ma lui amava la Chiesa santa e tutti i peccatori».

«Mai rinnegò la famiglia». Riferendosi poi al periodo in cui Francesco Forgione è tornato al suo paese natale per problemi di salute, il Papa ha commentato a braccio: «In quel tempo non c’erano gli antibiotici. Si tornava a casa della mamma. E Padre Pio così fece. Mai rinnegò il suo paese, le sue origini, mai rinnegò la sua famiglia!». A proposito della lotta corpo a corpo del santo di Pietrelcina con il demonio, il Papa ha chiesto alla folla di fedeli: «Voi credete che il demonio esiste? Esiste o no? Esiste, và, si muove dentro di noi, ci tormenta, ci inganna e lui aveva paura che il demonio lo assalisse».

«Un popolo che litiga tutti i giorni non cresce» «Voi annoverate san Pio tra le figure più belle e luminose del vostro popolo». È il tributo del Papa ai fedeli di Pietrelcina. «Questo umile frate cappuccino ha stupito il mondo con la sua vita tutta dedita alla preghiera e all’ascolto paziente dei fratelli, sulle cui sofferenze riversava come balsamo la carità di Cristo», ha proseguito Francesco nel suo primo discorso del viaggio in onore del santo: «Imitando il suo eroico esempio e le sue virtù, possiate diventare voi pure strumenti dell’amore di Gesù verso i più deboli. Al tempo stesso, considerando la sua incondizionata fedeltà alla Chiesa, darete testimonianza di comunione, perché solo la comunione edifica e costruisce». «Un popolo che litiga tutti i giorni non cresce, non si costruisce», ha ammonito il Papa a braccio: «È un popolo malato e triste. Invece un popolo che cerca la pace e dove le persone si vogliono bene, non si augurano del male, anche se un paese è piccolo si allarga e diventa forte». «Non spendete tempo a litigare tra voi», il monito sempre fuori testo: «Questo non ti fa crescere, non ti fa camminare! Pensate a un bambino che piange, piange e non vuole muoversi dalla sua culla. Quando lo porta perché incomincia a gattonare, il bambino piange e torna lì. Quel bambino saprà camminare? No, perché è sempre nella culla. Se un paesino litiga, litiga, litiga, sarà capace di crescere? No. Per favore, pace fra voi, comunione fra voi. E se a qualcuno di voi viene voglia di chiacchierare, mordetevi la lingua, si gonfierà ma vi farà bene all’anima».

«Auspico che i giovani trovino lavoro qui». «Auspico che questo territorio possa trarre nuova linfa dagli insegnamenti di vita di padre Pio in un momento non facile come quello presente, mentre la popolazione decresce progressivamente e invecchia perché molti giovani sono costretti a recarsi altrove per cercare lavoro». È l’invito finale del discorso del Papa a Pietrelcina. «La migrazione interna dei giovani è un problema», ha proseguito Francesco a braccio: «Pregate la Madonna perché trovino lavoro qui, in famiglia, e non siano costretti a trovarlo da un’altra parte». «L’intercessione del vostro santo concittadino sostenga i propositi di unire le forze, così da offrire soprattutto alle giovani generazioni prospettive concrete per un futuro di speranza», l’augurio del Papa, che ha raccomandato anche «un’attenzione sollecita e carica di tenerezza agli anziani, patrimonio incomparabile delle nostre comunità».

«I vecchi sono da premio nobel». «I vecchi sono un tesoro», ha esclamato a braccio: «Per favore, non emarginateli! I vecchi imparino a parlare con i giovani e i giovani imparino a parlare con i vecchi, che hanno la saggezza». «Mi ha fatto molto piacere prima salutare un uomo di 99 anni e una ragazza di 97», ha raccontato il Papa ancora fuori testo: «Sono la saggezza della vita. Parlate con loro, che siano protagonisti della crescita del vostro paese». Poi l’auspicio finale, ancora a braccio: «Mi piacerebbe che si desse un Premio Nobel agli anziani, che danno la memoria all’umanità». «Incoraggio questa terra a custodire come un tesoro prezioso la testimonianza cristiana e sacerdotale di san Pio da Pietrelcina», il congedo del Papa a Pietrelcina: «Essa sia per ciascuno di voi uno stimolo a vivere in pienezza la vostra esistenza, nello stile delle Beatitudini e con le opere di misericordia».