Vita Chiesa

Papa in Perù: all’Hogar Principito, «perdonate le volte in cui diventiamo ciechi o indifferenti»

«Voi, senza alcun dubbio, siete il tesoro più prezioso di cui dobbiamo prenderci cura», ha detto Francesco: «Perdonate le volte in cui noi grandi non lo facciamo o non vi diamo l’importanza che meritate. Il vostro sguardo, la vostra vita esigono sempre un maggiore impegno e lavoro per non diventare ciechi o indifferenti davanti a tanti altri bambini che soffrono e si trovano in necessità». «So che alcuni di voi a volte sono tristi durante la notte», le parole del Papa: «So che avete nostalgia del papà o della mamma che non c’è, e so anche che ci sono ferite che fanno molto male. Voglio ringraziarvi per la vostra testimonianza. Grazie perché siete luce di speranza per tutti noi. Sono contento di vedere che avete una casa dove siete accolti, dove con affetto e amicizia vi aiutano a scoprire che Dio vi tende la mano e vi mette dei sogni nel cuore». «Che bella testimonianza quella di voi giovani che siete passati per questa strada, che ieri vi siete riempiti di amore in questa casa e oggi avete potuto costruire il vostro futuro!», il riconoscimento di Francesco agli ex ospiti della Casa del Piccolo principe: «Voi siete per tutti noi il segno delle immense potenzialità che ogni persona possiede. Per questi bambini e bambine siete il miglior esempio da seguire, la speranza che anche loro potranno farcela. Tutti abbiamo bisogno di modelli da seguire; i bambini hanno bisogno di guardare avanti e di trovare modelli positivi: ‘Voglio essere come lui, come lei’, sentono e dicono. Tutto quello che voi giovani potete fare, come venire a stare con loro, a giocare, a passare il tempo, è importante. Siate per loro, come diceva il Piccolo Principe, le stelline che illuminano la notte».

«Il mondo ha bisogno di voi, giovani dei popoli originari, e ha bisogno di voi così come siete. Non rassegnatevi ad essere il vagone di coda della società, agganciati e trascinati! Abbiamo bisogno di voi come motore che spinge!». Dall’Hogar Principito, il Papa ha lanciato ancora una volta, dopo i due discorsi che hanno preceduto questo appuntamento, un appello ai giovani nativi affinché si rendano concretamente protagonisti del loro futuro. «Alcuni di voi, giovani che ci accompagnate, provenite dalle comunità native», ha detto Francesco: «Con tristezza vedete la distruzione dei boschi. I vostri nonni vi hanno insegnato a scoprirli, in essi trovavano il loro cibo e la medicina che li guariva. Oggi siete devastati dalla vertigine di un malinteso progresso. I fiumi che hanno visto i vostri giochi e vi hanno dato da mangiare oggi sono insudiciati, inquinati, morti». «Giovani, non rassegnatevi a ciò che sta succedendo», l’appello: «Non rinunciate all’eredità dei vostri nonni, non rinunciate alla vostra vita e ai vostri sogni. Mi piacerebbe invogliarvi a studiare: preparatevi, approfittate dell’opportunità che avete per formarvi». «Ascoltate i vostri nonni, apprezzate le vostre tradizioni, non frenate la vostra curiosità», ha proseguito Francesco: «Cercate le vostre radici e, nello stesso tempo, aprite gli occhi alla novità, e fate la vostra sintesi. Restituite al mondo quello che imparate perché il mondo ha bisogno di voi originali, come realmente siete, non come imitazioni».

«Abbiamo bisogno di voi autentici, giovani fieri di appartenere ai popoli amazzonici e che offrono all’umanità un’alternativa di vita autentica», ha precisato il Papa: «Le nostre società molte volte hanno bisogno di correggere la rotta e voi, giovani dei popoli originari, potete aiutare moltissimo in questa sfida, soprattutto insegnandoci uno stile di vita che si basi sulla cura e non sulla distruzione di tutto quello che si oppone alla nostra avarizia».

Al termine, dopo lo scambio dei doni, Papa Francesco si trasferisce in auto al Centro Pastorale Apaktone di Puerto Maldonado, dove pranzerà con 9 indigeni dell’Amazzonia, prima di ripartire dall’aeroporto di Puerto Maldonato alla volta di Lima, luogo dell’ultimo discorso del primo giorno in Cile, per l’incontro con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico.

(discorso integrale)