Vita Chiesa

Natale: mons. Benotto, «la bellezza dell’amore è l’unica forza capace di cambiare il mondo»

«Ho l’impressione che la distrazione sia diventata una virtù piuttosto che una nota di demerito. Mi sembra che a molti, il Natale, dica assai poco. Ma non perché non provino la gioia, almeno una volta all’anno, di ritrovarsi a tavola con parenti ed amici stretti, ma perché quando ciascuno ritorna a casa sua, dopo un bel pranzo, tira un sospiro di sollievo dato che, anche questa volta, quel che si doveva fare si è fatto». Lo scrive mons. Giovanni Paolo Benotto, arcivescovo di Pisa, in una lettera a Gesù, in occasione del Natale, pubblicata sul settimanale diocesano «Vita Nova».

«Quando al canto del Gloria la tua immagine di Bambino viene scoperta o portata vicino all’altare, in ciascuno c’è qualcosa che dice nel profondo: possiamo ancora sperare, perché la vita nasce sempre», aggiunge. Dall’altra parte, c’è anche chi «pensa di poter fare a meno», «non ti fa gli auguri di buon compleanno». Anzi, «qualche volta arriva a dire che forse sarebbe pure il momento di smetterla con queste cose: presepi, alberi di Natale, canti della tradizione cristiana, perché dicono che sono cose che tolgono libertà a chi la pensa diversamente». «Sono convinto – conclude il vescovo – che tu vuoi bene anche a queste persone; anzi che gli vuoi ancor più bene proprio perché hanno ancora più bisogno di te e di quello sguardo affinato che permette di vedere oltre l’orizzonte del visibile, per scorgere e fissare sempre più nitidamente la bellezza dell’amore, unica forza capace di cambiare il mondo».