Durante l’«occipazione-assedio» della Basilica della Natività a Betlemme, durata oltre un mese, sono stati in molti a chiedersi quali fossero le ragioni che hanno spinto i religiosi francescani a non fuggire. Padre Giovanni Battistelli, Custode di Terra Santa, ha spiegato innanzitutto che «i nostri frati francescani e le suore minime vivevano nei loro conventi, e non avendo nulla da temere né dai palestinesi, né dagli israeliani, per il rispetto sempre avuto verso i due popoli, e dunque sono rimasti al loro posto». «Era nostro dovere ha spiegato – essere fedeli custodi, per mandato della Sante Sede – di questo luogo sacro, caro a tutto i cristiani, rispettato da tutto il mondo e protetto da Leggi internazionali». Ma le ragioni, ha proseguito il Custode di Terra Santa, sono anche legate alla sacralità della vita: «ci è cara la dignità della persona umana indipendentemente dalla sua credenza e cultura, e appartenenza di stirpe o nazione. Saremmo rimasti e agito nello stesso modo sempre, chiunque fosse stato dentro e fuori». «I sacrifici affrontati dai religiosi sono stati dolorosi ha aggiunto padre Battistelli ma rappresentano poca cosa dinanzi a quanto sarebbe successo nella Basilica della Natività se lo scontro fosse stato solo militare. La nostra presenza, crediamo, renderà meno pesante il giudizio che la storia darà su quanto sta avvenendo a Betlemme». Padre Battistelli ha poi sottolineato che «il desiderio dei religiosi era quello di trovare una soluzione diplomatica, e siamo felici di avervi in parte contribuito. Siamo comunque grati a tutti colori che hanno lavorato per realizzarla». Misna