Vita Chiesa
Cei, il comunicato finale del Consiglio permanente: «L’Italia non è un Paese per i giovani»
L’Italia, affermano i Vescovi, è “un Paese che non è per i giovani, dove questi faticano a entrare nel mondo del lavoro, quindi a staccarsi dalla famiglia d’origine e a sposarsi”. È la fotografia che emerge dalle risposte dalle diocesi al questionario predisposto in vista del prossimo Sinodo dei vescovi, dedicato appunto a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, che il Consiglio permanente della Cei ha analizzato in questi giorni. Nel comunicato finale dei lavori diffuso oggi, viene evidenziato che “la lettura della situazione evidenzia come – pur a fronte di difficoltà nel rapporto intergenerazionale – non manchino iniziative pastorali portate avanti con passione, che coinvolgono le nuove generazioni”. “La condivisione delle pratiche – aggiungono i vescovi – individua luoghi ed esperienze significative di pastorale vocazionale”. Dal “vivace confronto” è emersa “l’urgenza che tutta la Chiesa italiana sia coinvolta nell’assumere come prioritaria l’educazione dei giovani, con un’attenzione integrale che proponga loro la persona di Gesù Cristo e il suo Vangelo come centrale per ogni dimensione della vita”. Per i vescovi, “si avverte l’importanza di non cedere alla rassegnazione e di incoraggiare sacerdoti ed educatori a spendersi per l’accompagnamento e la formazione delle giovani generazioni, sapendo riconoscere i segni di progressivo risveglio delle coscienze e il ritorno delle domande sulla vita”. “La via principale rimane quella della testimonianza sia personale che ecclesiale, nell’attenzione a investire sui formatori e sugli insegnanti di religione”, continua la nota, evidenziando che nella prossima estate le diocesi proporranno ai giovani pellegrinaggi verso luoghi di spiritualità per poi “convergere nei giorni 11-12 agosto a Roma per l’incontro con il Santo Padre”.
Tra i temi affrontati, anche quello del lavoro: secondo i vescovi italiani va creato “un lavoro degno, in quanto la persona è tale; un lavoro, quindi, che ne rispetta la vita e i suoi ritmi, la sicurezza e l’ambiente”. A poco meno di un mese dall’inizio della 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani dedicata ai temi del lavoro (Cagliari, 26-29 ottobre 2017), ai vescovi è stato presentato l’Instrumentum laboris che ne guiderà i lavori. Nel confronto “è stato evidenziato come nelle problematiche di una difficile stagione per l’occupazione il punto di partenza rimangano i volti e le storie delle persone”. “L’appuntamento di Cagliari – prosegue la nota – nelle intenzioni del Comitato scientifico e organizzatore, diventa essenzialmente l’occasione per ‘iniziare processi’, che impegnino le comunità cristiane e la società italiana nel suo insieme”. “Accanto e oltre la denuncia – viene ricordato – l’attenzione è alla valorizzazione di buone pratiche per imparare da quanti sono riusciti a vincere la sfida di creare valore economico e buon lavoro”. I vescovi, ad oltre vent’anni dalla sua nascita, hanno anche affrontato una riflessione sul “Progetto Policoro” che è presente in 139 diocesi e si esprime in oltre 700 “Gesti concreti” (cooperative, consorzi, imprese), occupando circa 3000 persone. Il Consiglio permanente ha espresso la volontà di “favorirne il rilancio e la diffusione con un percorso di confronto che coinvolga le Conferenze episcopali regionali, verifichi in sede diocesana il coinvolgimento della comunità, la qualità degli animatori e del coordinamento tra pastorale giovanile, pastorale del lavoro e Caritas, il rapporto con la filiera delle associazioni laicali”.