Vita Chiesa

Card. Caffarra: Mons. Zuppi, «ha amato e servito l’unità della Chiesa, con intelligenza e fermezza»

«Lo salutiamo inaspettatamente, con l’amarezza di tanti discorsi interrotti e con una presenza che viene a mancare, importante per la Chiesa tutta e per la nostra città», ha aggiunto il presule. Mons. Zuppi ha citato alcune parole del cardinale («l’Eucaristia è un anticipo della risurrezione a cui siamo destinati«), spiegando che lui «l’ha celebrata sempre con devozione intensa, quasi estraniandosi fisicamente per immergersi nella grandezza dell’orizzonte salvifico, con un trasporto personale di abbandono, di ascolto, di intimità con Colui che è stato il centro di tutta la sua vita». L’arcivescovo ha indicato alcune caratteristiche del suo predecessore, citando le parole del Papa: «Tutti lo ricordiamo come un uomo affettuoso, sensibile, sincero, come mi disse parlando di lui Papa Francesco, con i tratti della timidezza». Caratteristiche che stridono con quelle diffuse oggi. «In tempi di narcisismo protagonista e di esibizione di sé – ha aggiunto – la riservatezza del cardinale è una ricchezza che aiuta ad andare oltre le apparenze e a cercare la profondità interiore in ogni incontro e nel sensibilissimo relazionarsi degli uomini».

«Non voleva essere affatto confuso con interpretazioni e posizionamenti preconcetti che, al contrario, indeboliscono l’unità – ha detto l’arcivescovo di Bologna-. Il suo era un amore indiscusso e obbediente per Cristo e per la Chiesa e alcune interpretazioni strumentali o divisive lo amareggiavano profondamente». «Ha voluto che la Chiesa indichi e predichi la verità di Cristo senza accomodamenti e opportunismi – ha aggiunto il presule -, con una chiarezza che ha ottenuto il rispetto anche di quanti avevano sensibilità e convinzioni diverse». Mons. Zuppi ha rivolto poi lo sguardo ai giorni successivi alla scomparsa del cardinale. «In questi giorni molti, che in passato ebbero posizioni differenti dalle sue, hanno sottolineato proprio la sua integrità e chiarezza e l’importanza di avere un interlocutore così. Qualcuno ha scritto che era come un padre severo che prima o poi tutti rimpiangono: un «poi» che arriva sempre troppo tardi».

«Ha amato Bologna e la sua Chiesa e la città, con passione e dedizione, senza riserve, fino allo sfinimento fisico, ha detto ancora mons. Zuppi -. Silenziosamente, ma con tanta predilezione, ha amato i poveri, che aiutava e difendeva». Il presule ha ricordato le passioni del cardinale per la musica e la letteratura. «Guareschi era una delle sue passioni – lo aveva sul comodino – anche perché il cardinale era capace di unire riflessione teologica e morale con tanta conoscenza letteraria, storica e anche musicale», ha spiegato Zuppi. Dall’arcivescovo una sequenza di «grazie» al porporato scomparso nei giorni scorsi «per come ha vissuto i suoi tre amori: i sacerdoti, le famiglie, i giovani», per «l’insegnamento e per l’Istituto Giovanni Paolo II», per «la difesa della famiglia, per i tanti contributi mai scontati, sempre capaci di interrogare la coscienza perché frutto di ricerca vigile e inquieta». E, ancora, perché «maestro che non legava gli allievi a sé o alle proprie idee, ma come ‘padre nel cuore’ li aiutava a guardare insieme a una verità più grande, da amare, ricercare e onorare senza calcoli umani, compiacenze, false indulgenze o riserve» e per «il servizio pastorale e la paternità nelle Chiese di Ferrara e Bologna, comunità che ha amato e conosciuto attentamente, con le tante visite e la sempre pronta disponibilità, in maniera personale e diretta, non a distanza. Le girava in bicicletta finché gli è stato permesso». Infine, un grazie per «il suo servizio alla Chiesa universale nei vari dicasteri della Santa Sede, in particolare per la collaborazione lunga e ricca con Papa Benedetto XVI».