Vita Chiesa

Settimana sociale: Instrumentum laboris, denuncia, ascolto, buone pratiche e proposta per un vero cambiamento

In calce al documento diffuso oggi, l’affermazione di Papa Francesco al n.192 di Evangelii Gaudium da cui si ispira il tema dell’appuntamento: «Nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita». «Il lavoro era e rimane un’esperienza umana fondamentale», esordisce l’Instrumentum invitando a non risolvere i problemi «dimenticando i volti e le storie della gente che lavora». «Il lavoro è degno perché la persona è degna», si legge ancora, ma per esserlo deve rispettare «la vita delle persone e dell’ambiente». «Il metodo che ci siamo dati – scrivono gli estensori del testo – è basato su quattro registri comunicativi: denuncia, ascolto, raccolta delle buone pratiche, proposta. Lo scopo è quello di arrivare a maturare un vero cambiamento del nostro modo di essere e di fare. Una conversione di cui ha bisogno l’intera società italiana».

«Non ci ritroviamo a Cagliari per celebrare un bel convegno. Data la gravità della situazione, ciò suonerebbe come una stonatura. Le giornate spese insieme vogliono piuttosto segnare una tappa di un cammino sinodale volto a capire, a trovare soluzioni, ad avanzare proposte. Il nostro ritrovarci vuole essere piuttosto un modo per stare vicini a chi si trova in difficoltà», si legge nell’Instrumentum laboris, firmato da mons. Filippo Santoro per il Comitato scientifico e organizzatore. L’appuntamento, assicurano i promotori, è «un modo per dire che non ci vogliamo dimenticare di nessuno. Seguendo l’indicazione di Papa Francesco, siamo qui per ‘iniziare processi’ che impegnino le comunità cristiane e la società italiana nel suo insieme (Evangelii Gaudium, n. 223)». Nello spirito di quei «cammini sinodali» che Papa Francesco raccomanda come antidoto alla sclerosi ecclesiastica, l’Instrumentum laboris costituisce un testo aperto che, raccogliendo i primi frutti del percorso compiuto in tante diocesi e associazioni nei mesi della preparazione, intende offrire la base di riferimento comune per un ordinato svolgimento dei lavori assembleari. «Così da rendere la 48ª edizione delle Settimane sociali vera esperienza di Chiesa, momento fruttuoso e propositivo a beneficio dell’intero Paese e soprattutto di chi soffre per la mancanza o la cattiva qualità del lavoro». Dire lavoro è dire impresa: di qui il richiamo al recente discorso di Papa Francesco a Genova (27 maggio 2017): «Il lavoro lo crea l’impresa, nella misura in cui risponda in modo adeguato al suo specifico dovere di solidarietà».

Le sei criticità. Giovani che non lavorano, lavoro «troppo precario», caporalato, lavoro femminile poco e malpagato, sistema educativo inadeguato a preparare al lavoro, lavoro «pericoloso e malsano». Sono le sei «criticità» denunciate dall’Instrumentum laboris. Più di 400 le buone pratiche censite per «imparare da coloro che sono riusciti a vincere la sfida di creare valore economico e buon lavoro». Dal settore agricolo a quello manifatturiero, socio-assistenziale o artistico-culturale. Qualità e innovazione per vincere la sfida della competizione globale, capacità di inclusione di giovani donne immigrate e persone svantaggiate, capacità di «capire in profondità desideri e istanze della persona umana», costruzione di «legami tra istituzioni formative e mondo del lavoro in modo sempre più intelligente e creativo», esperienze di «rigenerazione urbana» e di conciliazione lavoro–famiglia, capacità di creare valore economico «in modo socialmente ed ambientalmente sostenibile» perseguendo una «stretta integrazione con il territorio e le comunità locali». Segnali, osservano gli estensori dell’Instrumentum laboris, che «la speranza non è morta».

Per rispondere alla crisi del lavoro – si legge nel documento – occorre anzitutto rafforzare e rendere efficace il nesso tra educazione, formazione e lavoro, «oggi imprescindibile», attraverso l’inserimento nei curricola scolastici di programmi di formazione tecnica e professionale, ma bisogna inoltre rimuovere gli ostacoli che impediscono di «creare nuovo lavoro». Secondo il documento, è necessario, fra l’altro, ridurre il «cuneo» fiscale» e i tempi della giustizia civile «che frena gli investimenti, la creazione d’impresa, aumentandone enormemente i costi attesi, e affrontare la questione della difficoltà dell’accesso a fonti di finanza esterna. Grave «la scarsa attenzione alle piccole imprese, che pure sono la parte preponderante del nostro sistema economico e della sua capacità di creare buon lavoro» e «assolutamente miope e contrario alla tutela e alla salvaguardia della dignità del lavoro usare come unico criterio quello del massimo ribasso di prezzo, ribasso che costringe di fatto le imprese ad avvilire il lavoro, a fornire servizi di qualità scadente o finisce paradossalmente col favorire le organizzazioni criminali che hanno costi di finanziamento minori (mediante forme di riciclaggio anche sofisticate di denaro proveniente da attività illecite) e/o organizzazioni che eludono il fisco riducendo i propri costi». Infine, «un pilastro fondamentale nelle politiche economiche è quello di una strategia per rimettere in pista gli scartati e gli esclusi sempre più numerosi nel nostro Paese».

Il testo integrale dell’Instrumentum laboris