Vita Chiesa

Santi e beati «in lista d’attesa»: le cause aperte nelle diocesi toscane

È stato firmato di recente da Papa Francesco il decreto che riconosce le «virtù eroiche» del cardinale Elia Dalla Costa, che è stato quindi dichiarato Venerabile: per proclamarlo beato occorrerebbe adesso il riconoscimento di un miracolo attribuito alla sua intercessione. La Diocesi di Firenze ha avviato nel 1986 anche la causa di beatificazione per Giorgio La Pira, che già in vita i fiorentini chiamavano il «sindaco santo»: La fase diocesana del processo ha comportato l’esame teologico di tutti gli scritti e la raccolta delle dichiarazioni di diverse centinaia di testimoni. Nel 2005 tutto il materiale è stato inviato alla Congregazione dei Santi, a Roma, dove l’esame della documentazione dovrebbe essere a buon punto.

Molto simile l’iter seguito per don Giulio Facibeni, il fondatore dell’Opera Madonnina del Grappa che dopo l’esperienza di cappellano militare durante la Prima Guerra Mondiale aprì numerose case per accogliere gli orfani dei soldati che aveva assistito al fronte, e poi bambini e giovani bisognosi di assistenza e di educazione. Un prete della carità: «Gli uomini si salvano amandoli», scriveva. Anche per lui la causa, aperta nel 1989, è adesso nella fase romana.

Si è chiusa la fase diocesana anche per la causa di beatificazione che riguarda Maria Cristina Ogier, aperta nel 2013: nata a Firenze nel 1955, Maria Cristina morì nel 1974 ad appena 19 anni. Una vita breve, semplice, gioiosa, piena di impegni, in comunione con Dio, riconoscendolo e servendolo nei fratelli. Terziaria francescana, dama dell’Unitalsi, coinvolse tanti nelle opere di carità a favore degli ammalati, dei poveri e delle missioni. Il suo «amore senza confini» ispirò opere assistenziali e strutture residenziali per disabili, anziani e bambini, in Italia e all’estero; dalla sua volontà nacque a Firenze il primo Centro di Aiuto alla vita italiano.

Presso la Congregazione per la cause dei santi sono in corso di svolgimento anche le cause per madre Eleonora Giorgi (1882-1945), della congregazione delle Serve di Maria SS. Addolorata; Maria Maddalena Frescobaldi Capponi (1771-1839) fondatrice delle suore Passioniste di Signa; don Olinto Fedi (1841-1923), fondatore a San Piero a Ponti della congregazione delle Francescane dell’Immacolata; Carolina Bellandi (1895-1986), conosciuta come «Mamma Carolina», fondatrice dell’Opera Prime Comunioni: all’epoca infatti molti ragazzi non ricevevano la Prima Comunione perché le famiglie non avevano soldi per organizzare la cerimonia, che veniva ritenuta necessaria (dal vestito al rinfresco…). Successivamente organizzò anche l’Opera di assistenza ai monasteri di clausura portata avanti fino alla morte, all’età di 91 anni.

L’ultima causa aperta dalla diocesi di Firenze è quella per madre Agnese Tribbioli (1879-1965): la sessione inaugurale si è svolta lo scorso 14 gennaio. Fondatrice delle «Pie Operaie di San Giuseppe», madre Tribbioli è anche stata inserita dallo stato di Israele tra i «Giusti fra le nazioni» per la protezione data a numerosi ebrei nel convento di via dei Serragli, a Firenze, durante le persecuzioni naziste.

Per quanto riguarda don Divo Barsotti, invece, è in corso lo studio preliminare degli scritti editi.

A Lucca, il 9 ottobre 2016 si è chiusa la fase diocesana per il processo di canonizzazione di mons. Enrico Bartoletti (1916-1976), arcivescovo di Lucca e poi Segretario della Cei dal 1972 al 1976. Tutto era iniziato l’11 novembre 2007 e gli organi preposti hanno terminato il loro lavoro consegnando le carte alla Congregazione a Roma. Tuttavia, restando al periodo più vicino a noi, negli anni passati sono stati aperti nella diocesi di Lucca anche altri due processi. Uno iniziato nel 1969 per don Aldo Mei (1912-1944), fucilato dai nazisti il 4 agosto del 1944 a causa del suo operare a favore dei perseguitati. L’altro nel 2003 per il canonico Stefano Antoni (1852-1944) ricordato come «il prete dell’eucaristia»: la sua azione pastorale a Lucca si svolse nel favorire la frequente comunione già nei bambini. Infine, ad opera di congregazioni e ordini religiosi, sono in corso anche alcuni processi per altre figure importanti della diocesi lucchese.

Nella diocesi di Pitigliano Sovana e Orbetello si segue la causa di beatificazione (introdotta dalla diocesi di Teramo Alatri) del vescovo passionista Amilcare Stanislao Battistelli (1885-1981). Nel 1932 fu eletto da Pio XI vescovo di Sovana-Pitigliano, dove svolse il suo servizio pastorale per venti anni, prendendo le distanze dal regime fascista, specialmente nell’esercizio della libertà delle organizzazioni cattoliche, in modo particolare l’Azione Cattolica. Fu molto vicino alle popolazioni duramente provate dal secondo conflitto mondiale. C’è poi la causa di canonizzazione per la Beata Madre Maria Maddalena dell’Incarnazione, originaria di Porto Santo Stefano, fondatrice delle monache adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento. Recentemente è stato avviato l’iter anche per Maria Lilia Mastacchini (1892-1926). Nativa di Castell’Azzara (sorella di un sacerdote diocesano per tanti anni vicario generale, mons. Giglio Mstacchini),  ha fondato la congregazione delle Terziarie Francescane della Divina Provvidenza a Gavignano (Roma) chiamate poi Suore Pie Operaie a Colleferro.

In diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro si è chiusa nel giugno dello scorso anno, la fase diocesana del processo di beatificazione di suor Petra Giordano. L’atto è avvenuto all’interno del Santuario di Santa Maria del Sasso, a Bibbiena, alla presenza dell’arcivescovo Riccardo Fontana. Il processo diocesano era stato aperto nel gennaio del 2015, dopo che erano stati raccolti i diversi documenti e le testimonianze relative alla vita di suor Petra, morta nel 2006 all’età di 94 anni nel monastero domenicano, in Casentino, dove ha vissuto per 72 anni, ricoprendo più volte il ruolo di maestra delle novizie e di priora.

La diocesi di Prato ha avviato nel 2013 la causa di beatificazione per don Didaco Bessi (1856-1919). Ha trascorso la sua vita nella frazione di Iolo, morendo in estrema povertà; ha fondato la congregazione delle suore Domenicane di Santa Maria del Rosario, meglio conosciute come le «suore di Iolo». Lo scorso ottobre si è chiusa la fase diocesana. È già stato proclamato Venerabile invece Cesare Guasti (1822-1889), scrittore e filologo, archivista dell’Opera del Duomo di Firenze ma anche terziario francescano.

La diocesi di Livorno ha aperto nel 1992 la causa di beatificazione per don Giovanni Battista Quilici (1791-1844), che il 3 marzo 2016 è stato proclamato venerabile da Papa Francesco, con il riconoscimento delle «virtù eroiche». Primo parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Livorno, fu una figura significativa nella Chiesa livornese nella prima metà dell’Ottocento dedicandosi in modo paticolare ai poveri, ai carcerati, alle ragazze di strada.

Nella diocesi di Massa Carrara – Pontremoli sono in corsa verso gli altari i «venerabili» padre Pio Giocondo Lorgna (1870-1928), nato a Popetto, comune di Tresana in Lunigiana, religioso domenicano fondatore delle Suore domenicane Imeldine e Madre Serafina Formai, nata a Casciana Petrosa in Comune di Casola in Lunigiana, nel 1876 e morta nel 1954. È stata la fondatrice delle Suore Missionarie del Lieto Messaggio. Il suo corpo riposa nella Casa madre della Congregazione, a Pontremoli.

Per la diocesi di Fiesole spicca il nome di Tilde Manzotti: nata a Reggio Emilia nel 1915, è morta nel 1939, ad appena 24 anni, a Paterno, piccola frazione del comune di Pelago, dopo una lunga malattia. Gli anni trascorsi a Firenze, l’amiziacon il domenicano padre Regilando Santilli, all’epoca assistente della Fuci, il soggiorno nel monastero delle domenicane a Covigliaio, sono le tappe di un percorso interiore di cui si possono seguire le tracce del Diario spirituale pubblicato nel 2004 da Nerbini. Sono aperte le cause di beatificazione anche per madre Giovanna Ferrari (1888-1984) fondatrice della congregazione delle Missionarie Francescane del Verbo Incarnato (morta a Fiesole in odore di santità) e per Renata Borlone (1930-1990), una delle prime compagne di Chiara Lubich, entrata nel Movimento dei Focolari nel 1950 e corresponsabile, dal 1967, della cittadella di Loppiano.