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Polonia in prima linea per l’accoglienza agli ucraini, ma il muro al confine con la Bielorussia continua a crescere
Lech Wałęsa, il primo presidente di una Polonia libera, si dice convinto che per i polacchi tutti i profughi sono altrettanto degni di compassione e aiuto. Anche i vescovi polacchi si sono appellati più volte affinché ai migranti alla frontiera bielorussa venga riconosciuto il diritto internazionale d’asilo. Ma il muro continua a crescere.
Un divieto che al momento riguarda anche le Ong, tutte le organizzazioni umanitarie, la Caritas e anche i giornalisti. Impossibile quindi poter prestare aiuto ai migranti, bisognosi di tutto, tutt’ora ancora presenti al confine e lasciati al freddo e alla fame tra boschi e palude. A volte gli abitanti della zona di frontiera, inaccessibile agli estranei cercano, di nascosto dalle guardie, di offrire ai migranti qualche bene di prima necessità o qualche piatto caldo. A volte le stesse guardie, commosse dalla misera sorte dei profughi, offrono loro un qualche sostegno, nonostante tale comportamento costituisca una grave violazione del regolamento. Tali aiuti occasionali però non possono sostituire le cure mediche e il soccorso umanitario regolari di cui i disperati hanno davvero un grande bisogno.