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TERRA SANTA: VESCOVI TOSCANI SCRIVONO AD ARAFAT

Un accorato appello al presidente Arafat è partito dai vescovi toscani affinché il leader palestinese autorizzi propri rappresentanti a trattare con gli israeliani per risolvere la questione della Basilica della Natività a Betlemme. È un appello per salvare la vita ai frati e alle suore, ma anche ai palestinesi asserragliati. «Tutti loro sono ormai allo stremo della resistenza fisica e psichica – scrive monsignor Rodolfo Cetoloni a nome delle diocesi e dei comuni toscani gemellati con Betlemme –. Restare dentro serve solo a morire di fame e di sete o a creare disperati tentativi che avrebbero conseguenze mortali per tutti. L’altra parte che ha occupato Betlemme ha i mezzi per resistere all’esterno tutto il tempo che vuole e, purtroppo, non cederà né darà alcuna tregua. Che ne sarà allora della vita di quei religiosi, uomini e donne di Dio, e di tutte quelle persone?». «Se lei autorizzerà a trattare – scrive ancora Cetoloni ad Arafat –, si potranno salvare tante vite umane: ascolti la sapienza del suo cuore e compia questo gesto…. Ascolti le parole che ha pronunciato il Papa Giovanni Paolo II…. Ascolti anche noi, rappresentanti del mondo cristiano e di tante realtà civili legate da amicizia e solidarietà fattiva a Betlemme e al suo popolo: ci permetta di ripeterle che un suo gesto che favorisca la soluzione pur minima a tutto il problema, salvando delle vite umane, sarà a suo grande onore! Se invece questo gesto non ci sarà, crediamo che le conseguenze negative che seguiranno potranno essere addebitate alla sua persona e causeranno un isolamento ancora più grave per il suo popolo. Ci permettiamo questa franchezza – conclude la missiva –, partecipi e coscienti del grave momento che lei e il suo popolo state vivendo, ma in questa situazione crediamo che solo se si salvano vite umane si può pensare ancora al futuro».