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Papa Francesco: “eventuale bomba atomica” sarebbe “catastrofe finale”

Il Papa ha concluso la catechesi dell’udienza di oggi esortando i fedeli presenti in Aula Paolo VI – tra i quali campeggiavano le bandiere giallo-blu dell’Ucraina – a pregare per la pace, leggendo il testo di una preghiera composta dall’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia. Prima il Papa aveva riflettuto sul destino dell'umanità, e sui rischi di una guerra atomica.

 Questo il testo della preghiera, presa in prestito dal Papa e affidata così ai fedeli di tutto il mondo: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori! Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi! Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi! Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi! Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi! Perdonaci Signore, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi. Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte. Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti. Perdonaci la guerra, Signore. Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino! Illumina la nostra coscienza, non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire! Fermaci, Signore, fermaci! E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello. O Signore, poni un freno alla violenza! Fermaci, Signore!”.

“Preghiamo soprattutto per la pace in Ucraina”, aveva raccomandato poco prima il Santo Padre rivolgendosi ai fedeli polacchi, salutato da un fragoroso applauso dei presenti in Aula Paolo VI. Salutando,  infine, i fedeli di lingua italiana, Francesco aveva raccomandato: “In questo tempo di Quaresima, in questo tempo così doloroso della guerra, vi invito a guardare a Cristo”.

Prima il Papa aveva riflettuto sugli eventi di questi giorni: oggi “siamo sotto pressione, esposti a sollecitazioni opposte che ci rendono confusi”, la tesi di Francesco: “Da un lato, abbiamo l’ottimismo di una giovinezza eterna, acceso dai progressi straordinari della tecnica, che dipinge un futuro pieno di macchine più efficienti e più intelligenti di noi, che cureranno i nostri mali e penseranno per noi le soluzioni migliori per non morire: il mondo dei robot. Dall’altra parte, la nostra fantasia appare sempre più concentrata sulla rappresentazione di una catastrofe finale che ci estinguerà”. “Quello che succede con una eventuale guerra atomica”, ha aggiunto a braccio: “Il giorno dopo – se ci saranno ancora giorni ed esseri umani – si dovrà ricominciare da zero. Distruggere tutto per ricominciare da zero”. “Il racconto biblico  ci dice una cosa impressionante”, ha ricordato il Papa: “Dio fu a tal punto amareggiato per la diffusa malvagità degli uomini, divenuta uno stile normale di vita, che pensò di avere sbagliato a crearli e decise di eliminarli. Una soluzione radicale. Potrebbe persino avere un paradossale risvolto di misericordia. Niente più umani, niente più storia, niente più giudizio, niente più condanna, niente di niente. E molte vittime predestinate della corruzione, della violenza, dell’ingiustizia sarebbero risparmiate per sempre”. “Non accade a volte anche a noi – sopraffatti dal senso di impotenza contro il male o demoralizzati dai profeti di sventura – di pensare che era meglio non essere nati?”, si è chiesto Francesco: “Dobbiamo dare credito a certe teorie recenti, che denunciano la specie umana come un danno evolutivo per la vita sul nostro pianeta? Tutto negativo”.