Vita Chiesa
Pastorale ed educazione dei giovani hanno bisogno anche dello sport
Due giorni di convegno, per parlare di sport: lo sport non fine a se stesso ma come mezzo per la pastorale e l’educazione dei giovani. Ad ospitare il grande evento del Centro Sportivo Italiano «Più sport. Il Csi per i più giovani» – il 31 marzo e 1 aprile – è stato il Convitto della Calza, nel quale sono state allestite ben 5 sale differenti per le 10 conferenze specifiche tenute nei due giorni.
Sport e carcere, sport e scuola, sport e lavoro: sono state tre tematiche di raffronto centrali nel pomeriggio di venerdì. Nel primo caso, infatti, si è parlato di una campagna mirata sul rapporto fra lo sport e gli istituti penitenziari, da portare avanti in stretta sinergia con i comitati territoriali e regionali: il tutto per arrivare al 2018 pronti a verificare le condizioni per rinnovare il protocollo d’intesa con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, siglato nel 2015. Per quanto riguarda le scuole, invece, è risultato che l’offerta sportiva giovanile richiede un supplemento di opportunità ed attenzioni, sia sotto il profilo educativo, sia sotto quello metodologico.
Da qui l’esigenza di condividere l’impegno sul versante scolastico e su quello delle proposte polisportive. Una seconda conferenza legata al tema educativo ha studiato gli aspetti dell’Euro-progettazione e il legame fra Erasmus+ e sport, integrando l’educazione alla ricerca di finanziamenti per metterla in atto su larga scala. La terza tematica, legata al mondo del lavoro, ha messo in luce i problemi legati ai compensi sportivi e il giusto inquadramento di chi lavora nel mondo dello sport. A seguito di interventi normativi stratificati, infatti, non sempre si ha chiarezza sufficiente.
La quinta conferenza ha trattato temi più interni alle amministrazioni dell’associazione, come il punto sui bilanci delle sezioni regionali del Csi.
Novità importanti sono uscite dalle conferenze del sabato mattina: prima fra tutte la via Csi al fitness. Questo mondo così variegato per discipline, in grado di favorire occasioni d’incontro e socializzazione, è di grande attrattiva per i giovani per l’innovatività e per le modalità di fruizione sportiva. L’idea di una proposta del Csi per il mondo del fitness sembra non essere più così lontana. Un tavolo con i presidenti provinciali ha portato a dialogare su diversi temi legati allo sviluppo associativo; un altro sui servizi al territorio ha concentrato l’attenzione sui requisiti di legge, il controllo dei processi e la valorizzazione delle attività progettuali. Negli ultimi due incontri, rispettivamente gli aspetti più tecnici dal 5×1000 al nuovo ufficio giuridico-fiscale e gli strumenti di comunicazione verso l’esterno.
Il direttore generale, Michele Marchetti, sottolinea quanto sia importante l’aspetto educativo per il Csi, e come questo convegno voglia portare mettere in evidenza il concetto di povertà educativa, l’assenza del diritto di accesso alla pratica sportiva, che è purtroppo un tema centrale soprattutto per i bambini. «I bambini in Italia – spiega – si sono impoveriti più dei bambini greci, nonostante la più forte crisi greca. Il 13% dei minori non pratica sport per mancanza di soldi, il 30% dei minori è escluso dalla pratica sportiva in maniera sistematica». Marchetti afferma anche che tanti bambini e ragazzi non praticano sport perché manca una base educativa. «È cambiata la modalità di apprendimento – prosegue il direttore generale – e come Csi stiamo cercando di capire come essere più vicini ai giovani, sia intercettando nuove discipline sia differenziandoci in maniera positiva. Un esempio: siamo il primo ente che ha adottato una policy di contrasto all’abuso su minori negli impianti sportivi».