Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: senza Paradiso e vita eterna «cristianesimo si ridurrebbe a un’etica»

«Se non ci fosse il riferimento al Paradiso e alla vita eterna, il cristianesimo si ridurrebbe a un’etica, a una filosofia di vita. Invece il messaggio della fede cristiana viene dal cielo, è rivelato da Dio e va oltre questo mondo». A spiegarlo è stato il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui ha ricordato che «credere alla risurrezione è essenziale, affinché ogni nostro atto di amore cristiano non sia effimero e fine a sé stesso, ma diventi un seme destinato a sbocciare nel giardino di Dio, e produrre frutti di vita eterna». «Non è possibile applicare le categorie di questo mondo alle realtà che vanno oltre e sono più grandi di ciò che vediamo in questa vita», ha detto Francesco sulla scorta delle letture del giorno: «In questo mondo viviamo di realtà provvisorie, che finiscono; invece nell’aldilà, dopo la risurrezione, non avremo più la morte come orizzonte e vivremo tutto, anche i legami umani, nella dimensione di Dio, in maniera trasfigurata. Anche il matrimonio, segno e strumento dell’amore di Dio in questo mondo, risplenderà trasformato in piena luce nella comunione gloriosa dei santi in Paradiso». «La salvezza portata da Gesù è per ognuno di noi», ha ribadito il Papa, «e la vita dei risorti sarà simile a quella degli angeli». «Ma attenzione!», ha esclamato subito dopo rivolgendosi alle migliaia di fedeli che hanno gremito piazza S. Pietro: «La risurrezione non è solo il fatto di risorgere dopo la morte, ma è un nuovo genere di vita che già sperimentiamo nell’oggi; è la vittoria sul nulla che già possiamo pregustare. La risurrezione è il fondamento della fede e della speranza cristiana!».

«In occasione dell’odierno Giubileo dei carcerati, vorrei rivolgere un appello in favore del miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri in tutto il mondo, affinché sia rispettata pienamente la dignità umana dei detenuti», ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui ha ribadito «l’importanza di riflettere sulla necessità di una giustizia penale che non sia esclusivamente punitiva, ma aperta alla speranza e alla prospettiva di reinserire il reo nella società». In modo speciale – ha proseguito Francesco illustrando la sua proposta – sottopongo alla considerazione delle competenti Autorità civili di ogni Paese la possibilità di compiere, in questo Anno Santo della Misericordia, un atto di clemenza verso quei carcerati che si riterranno idonei a beneficiare di tale provvedimento».

Un «importante passo avanti», che «dimostra che l’umanità ha la capacità di collaborare per la salvaguardia del creato, per porre l’economia al servizio delle persone e per costruire la pace e la giustizia». Così il Papa, durante l’Angelus, ha definito l’Accordo di Parigi sul clima, entrato in vigore due giorni fa. «Domani, poi, comincerà a Marrakech, in Marocco, la nuova sessione della Conferenza sul clima, finalizzata, tra l’altro, all’attuazione di tale Accordo», ha ricordato Francesco, auspicando che «tutto questo processo sia guidato dalla coscienza della nostra responsabilità per la cura della casa comune». «Ieri a Scutari, in Albania, sono stati proclamati Beati trentotto martiri», ha proseguito il Papa: «Due vescovi, numerosi sacerdoti e religiosi, un seminarista e alcuni laici, vittime della durissima persecuzione del regime ateo che dominò a lungo in quel Paese nel secolo scorso. Essi preferirono subire il carcere, le torture e infine la morte, pur di rimanere fedeli a Cristo e alla Chiesa». «Il loro esempio ci aiuti a trovare nel Signore la forza che sostiene nei momenti di difficoltà e che ispira atteggiamenti di bontà, di perdono e di pace», l’auspicio di Francesco.