Vita Chiesa

Papa Francesco a Malmö: «l’unità tra i cristiani è una priorità»

«Insieme per la speranza». Questo lo slogan dell’incontro all’arena di Malmö avanti a più di 10mila spettatori. «Durante la nostra preghiera comune – ha detto il segretario generale della Flw, il rev. Martin Junge – ci siamo impegnati a lasciare dietro di noi il conflitto del passato e di camminare in avanti per l’unità. Ci siamo pentiti degli errori commessi e ci siamo impegnati a sanare le nostre ferite e le nostre memorie». Inframmezzati da canti, danze e momenti di preghiera, hanno poi preso la parola 4 rappresentanti della Chiesa cattolica e della Federazione luterana impegnati su diversi fronti e provenienti da differenti Paesi del mondo. Per prima ha parlato Pranita Biswasi, giovane attivista indiana per l’ambiente, che ha chiesto ai responsabili delle Chiese di continuare a fare pressione sui leader politici mondiali per promuovere uno stile di vita e produzione sostenibile. «Non possiamo cambiare il clima – ha detto – ma possiamo cambiare il sistema». Ha poi preso la parola monsignor Hector Fabio Henao che parlato del processo di pace in Colombia ringraziando Papa Francesco per la sua vicinanza e il suo impegno. Marguerite Barankitse, del Burundi, oggi rifugiata in Ruanda, ha raccontato del suo impegno per i bambini orfani del suo Paese. Una testimonianza esplosiva che si è conclusa con una esortazione: «Non smettete di sognare perché sono i sogni a rendere migliore il mondo». Poi ha preso la parola Rose Lokonyen, rifugiata del Sud Sudan, che è stata portabandiera alle ultime Olimpiadi di Rio per la squadra olimpica dei rifugiati. I proventi della vendita dei biglietti d’ingresso allo stadio di Malmö saranno devoluti a sostegno della popolazione di Aleppo, in Siria, e a favore dei rifugiati siriani in Giordania. Due progetti scelti da Caritas Internationalis e dal World Service, organismo della Lutheran World Federation.

«Il dialogo tra di noi – ha ricordato il Pontefice nel suo discorso – ha permesso di approfondire la comprensione reciproca, di generare mutua fiducia e confermare il desiderio di camminare verso la comunione piena». Uno dei frutti prodotti da questo dialogo è «la collaborazione tra diverse organizzazioni della Federazione Luterana Mondiale e della Chiesa Cattolica. Grazie a questo nuovo clima di comprensione, oggi Caritas Internationalis e Lutheran World Federation World Service firmeranno una dichiarazione comune di accordi, allo scopo di sviluppare e consolidare una cultura di collaborazione per la promozione della dignità umana e della giustizia sociale». Il Pontefice ha rivolto quindi un saluto alle «organizzazioni che, in un mondo frammentato da guerre e conflitti, sono state e sono un esempio luminoso di dedizione e servizio al prossimo. Li esorto a continuare sulla strada della cooperazione».

«Ogni azione in favore di queste persone che hanno necessità di protezione rappresenta un grande gesto di solidarietà e di riconoscimento della loro dignità». Con queste parole Papa Francesco si è rivolto ai governi. «Dopo aver ascoltato queste forti testimonianze – ha detto il Papa, riallacciandosi alle testimonianze appena ascoltate-, che ci fanno pensare alla nostra vita e al modo in cui rispondiamo alle situazioni di necessità che si trovano accanto a noi, desidero ringraziare tutti i Governi che assistono i rifugiati, i profughi e coloro che chiedono asilo». «Per noi cristiani – ha aggiunto – è una priorità andare incontro agli scartati e agli emarginati del nostro mondo e rendere tangibile la tenerezza e l’amore misericordioso di Dio, che non scarta nessuno, ma accoglie tutti. A noi cristiani è chiesto di essere protagonisti della rivoluzione della tenerezza».

«Imploriamo la grazia della conversione dei cuori di quelli che detengono la responsabilità dei destini del mondo e, in particolare, di quella regione e di coloro che vi intervengono». Il pensiero di Papa Francesco si è poi rivolto alla Siria e alla città di Aleppo «stremata dalla guerra – ha evidenziato -, dove sono disprezzati e calpestati persino i diritti più fondamentali». All’incontro è presente anche monsignor Antoine Audo, vescovo di Aleppo. Il Papa ha detto: «Le notizie ci riferiscono quotidianamente l’indicibile sofferenza causata dal conflitto dell’amata Siria, che dura ormai da più di cinque anni. In mezzo a tanta devastazione, è veramente eroico che rimangano lì uomini e donne per prestare assistenza materiale e spirituale a chi ne ha necessità». Poi rivolgendosi direttamente al vescovo Antoine, ha aggiunto: «È ammirevole che tu, caro fratello, continui a lavorare in mezzo a tanti pericoli per raccontarci la drammatica situazione dei siriani. Ciascuno di loro è nel nostro cuore e nella nostra preghiera». E il Papa ha concluso: «Cari fratelli e sorelle, non lasciamoci abbattere dalle avversità. Queste storie ci motivino e ci offrano nuovo impulso per lavorare sempre più uniti. Quando torniamo alle nostre case, portiamo con noi l’impegno di fare ogni giorno un gesto di pace e di riconciliazione, per essere testimoni coraggiosi e fedeli di speranza cristiana».