Vita Chiesa

Papa Francesco: all’Angelus, rispondere all’«astuzia mondana» con l’«astuzia cristiana»

«Lo spirito del mondo non è lo spirito di Gesù», ha ammonito Francesco, commentando la parabola dell’amministratore infedele e corrotto, presentato da Gesù non come «modello da seguire, ma come esempio di scaltrezza». «A tale astuzia mondana noi siamo chiamati a rispondere con l’astuzia cristiana, che è un dono dello Spirito Santo», la consegna del Papa: «Si tratta di allontanarsi dallo spirito e dai valori del mondo, che tanto piacciono al demonio, per vivere secondo il Vangelo». La mondanità, per Francesco, «si manifesta con atteggiamenti di corruzione, di inganno, di sopraffazione, e costituisce la strada più sbagliata, la strada del peccato, perché una ti porta all’altra! È come una catena, anche se – è vero – è la strada più comoda da percorrere, generalmente. Invece lo spirito del Vangelo richiede uno stile di vita serio – serio ma gioioso, pieno di gioia! -, serio e impegnativo, improntato all’onestà, alla correttezza, al rispetto degli altri e della loro dignità, al senso del dovere. E questa è l’astuzia cristiana!».

«Qualcuno si comporta con la corruzione come con le droghe: pensa di poterla usare e smettere quando vuole». E’ l’analogia usata dal Papa: «Si comincia da poco: una mancia di qua, una tangente di là… E tra questa e quella lentamente si perde la propria libertà» . «Anche la corruzione produce assuefazione, e genera povertà, sfruttamento, sofferenza», il grido d’allarme di Francesco: «E quante vittime ci sono oggi nel mondo! Quante vittime di questa diffusa corruzione». Quando, invece, «cerchiamo di seguire la logica evangelica dell’integrità, della limpidezza nelle intenzioni e nei comportamenti, della fraternità, noi diventiamo artigiani di giustizia e apriamo orizzonti di speranza per l’umanità. Nella gratuità e nella donazione di noi stessi ai fratelli, serviamo il padrone giusto: Dio». «Il percorso della vita necessariamente comporta una scelta tra due strade: tra onestà e disonestà, tra fedeltà e infedeltà, tra egoismo e altruismo, tra bene e male», ha sintetizzato il Papa: «Non si può oscillare tra l’una e l’altra, perché si muovono su logiche diverse e contrastanti». Il profeta Elia diceva al popolo di Israele che andava su queste due strade: «Voi zoppicate con i due piedi!», ha ricordato Francesco definendola una «bella immagine»: «È importante decidere quale direzione prendere e poi, una volta scelta quella giusta, camminare con slancio e determinazione, affidandosi alla grazia del Signore e al sostegno del suo Spirito». «Nessun servo può servire a due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro», scrive infatti Luca nel suo Vangelo.

«Oggi più che mai abbiamo bisogno di pace in questa guerra che è dappertutto nel mondo. Preghiamo per la pace!». Con queste parole, dopo la recita dell’Angelus, Papa Francesco ha rivolto un saluto ai partecipanti all’incontro «Sete di Pace. Religioni e culture in dialogo» che si è aperto ieri ad Assisi. «Martedì prossimo – ha detto il Papa – mi recherò ad Assisi per l’incontro di preghiera per la pace, a trent’anni da quello storico convocato da san Giovanni Paolo II. Invito le parrocchie, le associazioni ecclesiali e i singoli fedeli di tutto il mondo a vivere quel giorno come una Giornata di preghiera per la pace». «Sull’esempio di san Francesco – ha quindi esortato il Papa -, uomo di fraternità e di mitezza, siamo tutti chiamati ad offrire al mondo una forte testimonianza del nostro comune impegno per la pace e la riconciliazione tra i popoli. Così martedì, tutti uniti in preghiera: ognuno si prenda un tempo, quello che può, per pregare per la pace. Tutto il mondo unito».

«Oggi, a Genova, si conclude il Congresso Eucaristico Nazionale. Rivolgo un saluto speciale a tutti i fedeli là convenuti, e auspico che questo evento di grazia ravvivi nel popolo italiano la fede nel santissimo Sacramento dell’Eucaristia, nel quale adoriamo Cristo sorgente di vita e di speranza per ogni uomo». E’ lo speciale saluto del Papa al «popolo eucaristico» riunito a Genova, per la Messa di chiusura del Cen. Nell’udirlo, i 15mila fedeli che ieri hanno gremito piazzale Kennedy si sono alzati in piedi, al termine della celebrazione eucaristica, e hanno tributato a Francesco, che potevano vedere tramite i maxischermi installati nel piazzale davanti alla Fiera, un caloroso applauso.