Vita Chiesa

Gmg, il Papa ai giovani: lanciatevi nell’avventura della misericordia

(dagli inviati Sir a Cracovia) «Cari giovani, buon pomeriggio. Finalmente ci incontriamo!». Dopo il prologo di ieri sera con i giovani italiani, sono queste le prime parole indirizzate dal Papa ai giovani – 700mila quelli radunati nel Parco Blonia, nonostante la pioggia – nel giorno dell’ingresso ufficiale nella sua seconda Giornata mondiale della gioventù, dopo quella di Rio de Janeiro di tre anni fa. «Grazie per questa calorosa accoglienza!», ha proseguito Francesco, ringraziando inoltre «il cardinale Dziwisz, i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e tutti coloro che vi accompagnano. Grazie a coloro che hanno reso possibile la nostra presenza qui oggi, che si sono messi in gioco perché potessimo celebrare la fede». «In questa sua terra natale, vorrei ringraziare specialmente san Giovanni Paolo II, che ha sognato e ha dato impulso a questi incontri», il tributo di Papa Francesco al suo predecessore, che ha ideato 30 anni fa la Gmg e ne ha celebrata una proprio qui, a Czestochowa – dove si è svolta la Messa di oggi, davanti ad una folla sterminata di persone – 25 anni fa. «Dal cielo egli ci accompagna nel vedere tanti giovani appartenenti a popoli, culture, lingue così diverse con un solo motivo: celebrare che Gesù è vivo in mezzo a noi», ha assicurato: «E dire che è Vivo, è voler rinnovare il nostro desiderio di seguirlo, il nostro desiderio di vivere con passione la sequela». «Quale occasione migliore per rinnovare l’amicizia con Gesù che rafforzare l’amicizia tra di voi! Quale modo migliore per rafforzare la nostra amicizia con Gesù che condividerla con gli altri!», le parole dedicate al senso della festa: «Quale modo migliore per sperimentare la gioia del Vangelo che voler ‘contagiare’ la sua Buona Notizia in tante situazioni dolorose e difficili!».

«Gesù Cristo si può comprare? Si vende nei negozi?», ha chiesto, a braccio, il Papa ai giovani. «È un dono, un regalo del Padre», la risposta: «Gesù Cristo è colui che sa dare vera passione alla vita, Gesù Cristo è colui che ci porta a non accontentarci di poco e a dare il meglio di noi stessi; è Gesù Cristo che ci interpella, ci invita e ci aiuta ad alzarci ogni volta che ci diamo per vinti. È Gesù Cristo che ci spinge ad alzare lo sguardo e sognare alto». Poi il riferimento al racconto evangelico di Marta e Maria, dove Gesù, «di passaggio», si ferma in una casa «che lo accoglie»: «Le molte occupazioni ci fanno essere come Marta: attivi, distratti, sempre di corsa di qua e di là… ma spesso siamo anche come Maria: davanti a un bel paesaggio, o un video che ci manda un amico nel cellulare, ci fermiamo a riflettere, in ascolto». «In questi giorni della Gmg, Gesù vuole entrare nella nostra casa», ha detto Francesco: «Vedrà le nostre preoccupazioni, il nostro andare di corsa, come ha fatto con Marta… e aspetterà che lo ascoltiamo come Maria: che, in mezzo tutte le faccende, abbiamo il coraggio di affidarci a Lui. Che siano giorni per Gesù, dedicati ad ascoltarci, a riceverlo in quelli con cui condivido la casa, la strada, il gruppo o la scuola». Infine, il Papa ha ripetuto, sempre a braccio, un proverbio degli alpini che ama molto: «Nell’arte di salire, quello che è importante non è non cadere, ma non rimanere caduto».

«Vuoi una vita piena? Comincia a lasciarti commuovere!». «Perché la felicità germoglia e sboccia nella misericordia: questa è la sua risposta, questo è il suo invito, la sua sfida, la sua avventura: la misericordia. La misericordia ha sempre un volto giovane; come quello di Maria di Betania, seduta ai piedi di Gesù come discepola, che ama ascoltarlo perché sa che lì c’è la pace. Come il volto di Maria di Nazareth, lanciata con il suo «sì» nell’avventura della misericordia, e che sarà chiamata beata per tutte le generazioni, chiamata da tutti noi «la Madre della Misericordia». «Allora tutti insieme, ora chiediamo al Signore: lanciaci nell’avventura della misericordia!», ha esclamato Francesco: «Lanciaci nell’avventura di costruire ponti e abbattere muri (recinti e reti); lanciaci nell’avventura di soccorrere il povero, chi si sente solo e abbandonato, chi non trova più un senso per la sua vita. Spingici, come Maria di Betania, all’ascolto di coloro che non comprendiamo, di quelli che vengono da altre culture, altri popoli, anche di quelli che temiamo perché crediamo che possono farci del male. Fa’ che volgiamo il nostro sguardo, come Maria di Nazareth con Elisabetta, ai nostri anziani per imparare dalla loro saggezza». «Voi parlate con i vostri nonni?», ha aggiunto il Papa a braccio: «Cercate i vostri nonni, loro hanno la saggezza della vita». Poi la preghiera finale: «Mandaci a condividere il tuo Amore Misericordioso. Vogliamo accoglierti in questa Giornata mondiale della gioventù, vogliamo affermare che la vita è piena quando la si vive a partire dalla misericordia, che questa è la parte migliore, e che mai ci sarà tolta».

«Mi addolora incontrare giovani che sembrano pensionati prima del tempo. Mi preoccupa vedere giovani che hanno gettato la spugna prima di iniziare la partita. Che si sono arresi senza aver cominciato a giocare. Che camminano con la faccia triste, come se la loro vita non avesse valore. Sono giovani essenzialmente annoiati… e noiosi». Incontrando i giovani al Parco Blonia, il Papa è tornato su un tema a lui caro: la mancanza di passione e di voglia di vivere nelle nuove generazioni, tentazione da stigmatizzare e da rifuggire: «È difficile, e nello stesso tempo ci interpella, vedere giovani che lasciano la vita alla ricerca della ‘vertigine’, o di quella sensazione di sentirsi vivi per vie scure che poi finiscono per ‘pagare’… e pagare caro», la sfida di Francesco: «Fa pensare quando vedi giovani che perdono gli anni belli della loro vita e le loro energie correndo dietro a venditori di false illusioni – nella mia terra natale diremmo ‘venditori di fumo’ – che vi rubano il meglio di voi stessi». «Per questo, cari amici, ci siamo riuniti per aiutarci a vicenda, perché non vogliamo lasciarci rubare il meglio di noi stessi, non vogliamo permettere che ci rubino le energie, la gioia, i sogni con false illusioni», ha detto il Papa, che ha messo i 700mila giovani presenti davanti a un bivio: «Volete per la vostra vita quella ‘vertigine’ alienante o volete sentire la forza che vi faccia sentire vivi, pieni? Vertigine alienante o forza della grazia? Per essere pieni, per avere una forza rinnovata, c’è una risposta; non è una cosa, non è un oggetto, è una persona ed è viva, si chiama Gesù Cristo».

«Conoscendo la passione che voi mettete nella missione, oso ripetere: la misericordia ha sempre il volto giovane». È il prologo dell’identikit del «cuore misericordioso», affidato ai 700mila giovani che affollano il Parco Blonia nonostante la pioggia battente. «Perché un cuore misericordioso – ha spiegato Francesco – ha il coraggio di lasciare le comodità; un cuore misericordioso sa andare incontro agli altri, riesce ad abbracciare tutti. Un cuore misericordioso sa essere un rifugio per chi non ha mai avuto una casa o l’ha perduta, sa creare un ambiente di casa e di famiglia per chi ha dovuto emigrare, è capace di tenerezza e di compassione. Un cuore misericordioso sa condividere il pane con chi ha fame, un cuore misericordioso si apre per ricevere il profugo e il migrante. Dire misericordia insieme a voi è dire opportunità, è dire domani, impegno, fiducia, apertura, ospitalità, compassione, sogni». «Ma voi siete capaci di sognare?», ha chiesto il Papa a braccio: «Quando il cuore è aperto, è capace di sognare, c’è posto per la misericordia, c’è posto per accarezzare, per mettersi accanto a quelli che non hanno il pane o che non hanno il necessario, o la fede». «Diciamo insieme questa parola: misericordia!», l’invito di Francesco ai giovani: «Perché il mondo senta».

La passione dei giovani. «Nei miei anni vissuti da Vescovo ho imparato una cosa: non c’è niente di più bello che contemplare i desideri, l’impegno, la passione e l’energia con cui tanti giovani vivono la vita». Parole nutrite di fiducia, quelle del Papa al Parco Blonia. «Quando Gesù tocca il cuore di un giovane, di una giovane, questi sono capaci di azioni veramente grandiose», il tributo di Francesco durante la cerimonia di accoglienza: «È stimolante, sentirli condividere i loro sogni, le loro domande e il loro desiderio di opporsi a tutti coloro che dicono che le cose non possono cambiare. È un dono del cielo poter vedere molti di voi che, con i vostri interrogativi, cercate di fare in modo che le cose siano diverse. È bello, e mi conforta il cuore, vedervi così esuberanti». «La Chiesa oggi vi guarda, il mondo oggi vi guarda, e vuole imparare da voi, per rinnovare la sua fiducia nella Misericordia del Padre che ha il volto sempre giovane e non smette di invitarci a far parte del suo Regno», ha garantito il Papa. A braccio, Francesco ha stigmatizzato l’atteggiamento dei «quietisti», quelli che non voglio cambiare niente. «Le cose si possono cambiare?», ha chiesto ancora a braccio alla folla. «Sì!», la risposta dei giovani.

«Cari giovani, in questi giorni la Polonia si veste a festa; in questi giorni la Polonia vuole essere il volto sempre giovane della Misericordia». È molto più che uno slogan, quello che il Papa consegna fin dall’inizio ai giovani dal Parco Blonia di Cracovia. «Da questa terra con voi e anche uniti a tanti giovani che oggi non possono essere qui, ma che ci accompagnano attraverso i vari mezzi di comunicazione, tutti insieme faremo di questa giornata una vera festa giubilare», la promessa di Francesco, che ha ricordato: «Gesù è Colui che ci ha convocati a questa trentunesima Giornata mondiale della gioventù; è Gesù che ci dice: ‘Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia’ Beati sono coloro che sanno perdonare, che sanno avere un cuore compassionevole, che sanno dare il meglio di sé agli altri».