Vita Chiesa

Mons. Galantino: l’affidabilità della Chiesa dipende anche dal modo in cui amministra le risorse

«Nella riflessione sulla finalità delle attività economico-finanziarie bisogna tenere presente un obiettivo molto importante: esse devono contribuire a soddisfare il diritto dei singoli ad avere una vita decorosa, ma senza mai ignorare il bene comune. Quando il diritto del singolo diventa un criterio esclusivo, del bene comune non resta più niente». Lo ha detto il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino, nel saluto con cui ha aperto i lavori del workshop «La Chiesa cattolica e la sfida degli investimenti socialmente responsabili», che si è tenuto questa mattina a Roma presso la sede della Cei.

«Com’è ormai evidente, la stessa crisi finanziaria del 2008 nasce proprio dall’assoluto disprezzo di ogni valore e dall’assolutizzazione dell’interesse particolare», ha aggiunto mons. Galantino, che però ha registrato oggi anche «l’accresciuta fiducia, spero non strumentale da parte di alcuni, per i cosiddetti investimenti socialmente ed eticamente responsabili». Di qui l’utilità di un confronto con gli esperti che possono aiutare a percorrere una strada lungo la quale «i valori non devono mai essere messi in secondo piano, e questo vale per tutti coloro che hanno delle risorse, anche per noi come Chiesa». «Certe volte – ha sottolineato il segretario della Cei – si può anche giocare a perdere perché si ha di mira un valore più grande. Se non siamo capaci di accettare questa logica allora non abbiamo capito perché siamo qui».

«Sono convinto che a noi i soldi servono. Non apprezzo quelle realtà, anche religiose ed ecclesiali, che pur possedendo risorse fanno di tutto per mostrare in pubblico che a loro la cosa non interessa. Apprezzo invece chi queste risorse le ha e si impegna, anche con l’aiuto di persone esperte, per utilizzarle nel modo più fruttuoso per i fini che gli sono propri», ha detto ancora mons.  Galantino che si è soffermato in particolare sul tema delle spese per il culto e la pastorale: «Non sono mica le candele», ha detto con una battuta. «Per noi il culto diventa vita e la vita diventa culto», ha proseguito», «e questo lo si vede per esempio nelle periferie, dove spesso le istituzioni civili non sono presenti, o nella tutela dei beni culturali».

«Quello delle risorse finanziarie è un tema sensibile – ha osservato il segretario della Cei – e i soggetti coinvolti sono esposti ad interpretazioni strumentali. Il modo in cui si amministra il denaro è diventato un indice generale dell’affidabilità della Chiesa. Quando parliamo di Gesù magari non se ne vanno per buona educazione, ma nel cuore pensano che ci ascolteranno quando avremo imparato a utilizzare bene quelle risorse». Ecco perché è necessaria una riflessione attenta su questi temi. «Non si parte da zero», ha puntualizzato mons. Galantino citando le encicliche Centesimus Annus, Caritas in Veritate e Laudato si’. Il numero 16 di quest’ultimo documento, in particolare, contiene gli assi portanti dell’enciclica ma allo stesso tempo quelli di «un’ecologia integrale che riguarda anche la finanza».