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Cop 26: Santa Sede, “impegni presi sono essenziali per la sopravvivenza delle comunità più vulnerabili”, serve “senso di responsabilità”
“La delegazione della Santa Sede spera che le decisioni finali di questa Conferenza possano essere ispirate ad un genuino senso di responsabilità perso l’attuale e le generazioni future, così come alla cura della nostra casa comune, e che queste decisioni possano veramente rispondere al grido della Terra e dei poveri”. Si conclude con questo auspicio la dichiarazione della Santa Sede sulla Cop 26, diffusa dalla Sala Stampa.
Il documento fa eco alla Lettera inviata da Papa Francesco ai cattolici di Scozia, diffusa questa mattina, in cui Francesco lancia un grido d’allarme: “Il tempo sta per scadere: questa occasione non deve essere sprecata”. La delegazione della Santa Sede, si legge nella dichiarazione, “ha riportato le preoccupazioni di Papa Francesco per la nostra casa comune ai partecipanti alla Cop 26, enfatizzando il volto umano della crisi climatica, il suo impatto sui più poveri e su coloro che hanno fatto il minimo per causarlo”. “Gli ambiziosi impegni presi dagli Stati per limitare la crescita della temperatura media del riscaldamento globale ad 1.5°C, sopra ai livelli preindustriali, e di assicurare le necessarie risorse finanziarie per mantenere le promesse sono essenziali per la sopravvivenza delle comunità più vulnerabili”, l’analisi della Santa Sede, che apprezza gli impegni presi dagli Stati in questa direzione “Anche se si deve fare di più, è importante essere proattivi nel cercare modi concreti per realizzare gli impegni presi”, si legge nello Statement: “Durante queste due settimane – il bilancio della Cop26 – vari ‘gap’ sono emersi nel campo della mitigazione, dell’adozione e del finaziamento. Le risorse resesi disponibili per questi tre aspetti, che sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi degli Accordi di Parigi, dovranno essere rafforzate”. La Santa Sede auspica che la Cop 26 “possa raggiungere un accordo su una chiara ‘roadmap’ per colmare questi divari subito, con la guida dei paesi sviluppati. La questione della perdita e del danno è particolarmente critica per le comunità più vulnerabili al cambiamento climatico, come abbiamo sottolineato nell’appello congiunto dei leader religiosi e degli scienziati il 4 ottobre. Papa Francesco ha chiaramente enfatizzato il debito ecologico e la solidarietà che i paesi industrializzati hanno nei confronti dei poveri”.