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Papa Francesco: “gli Stati spendono enormi somme di denaro per gli armamenti, mentre nelle Conferenze internazionali si proclama la pace”
Messaggio inviato ai partecipanti alla Marcia Perugia-Assisi, letto da mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino
“Nel fatto che intorno al valore del prendersi cura, riferito agli altri e all’ambiente, si riscontri oggi un’ampia condivisione, possiamo riconoscere un positivo segno dei tempi, che la crisi pandemica ha contribuito a far emergere”. Lo scrive il Papa, nel messaggio inviato ai partecipanti alla Marcia Perugia-Assisi, letto da mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. “Con il gesto semplice ed essenziale del vostro camminare, voi avete affermato che la cultura della cura è una strada, anzi, è la strada maestra che conduce alla pace”, l’omaggio di Francesco al tema scelto per questa sessantesima edizione: “La cura come nuovo nome della pace”. “La cura – spiega infatti il Papa – è il contrario dell’indifferenza, dello scarto, del violare la dignità dell’altro, cioè di quell’anti-cultura che è alla base della violenza e della guerra”. “Purtroppo ancora oggi, dopo le due immani guerre mondiali e le tante guerre regionali che hanno distrutto popoli e Paesi, ancora – ed è scandaloso – gli Stati spendono enormi somme di denaro per gli armamenti, mentre nelle Conferenze internazionali si proclama la pace, distogliendo di fatto lo sguardo dai milioni di fratelli e sorelle che mancano del necessario per vivere o trascinano un’esistenza indegna dell’uomo”, il grido d’allarme di Francesco: “Per questo è più che mai necessario camminare sulla via della cura: non una volta all’anno, ma ogni giorno, nel concreto della vita quotidiana, con l’aiuto di Dio che è padre di tutti e di tutti si prende cura, perché impariamo a vivere insieme da fratelli e sorelle”.