Vita Chiesa

Papa Francesco a Congregazione fede: «L’Europa rischia di perdere il suo spirito umanistico»

Impegno contro gli abusi su minori. Un ringraziamento alla Congregazione per la dottrina della fede per «l’impegno e la responsabilità» esercitati «nel trattare i casi di abuso di minori da parte di chierici». A rivolgerlo è stato oggi Papa Francesco, ricevendo in udienza i partecipanti alla plenaria del Dicastero. Francesco ha rammentato che «la misericordia costituisce l’architrave che sorregge la vita della Chiesa» e ha esortato a riscoprire e rimettere al centro, «durante il Giubileo, le opere di misericordia corporale e spirituale» che, ha precisato a braccio, non sono «una devozione» ma «la concretezza di come i cristiani devono portare avanti lo spirito di misericordia». «E quando, alla sera della vita, ci sarà chiesto se avremo dato da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete – ha proseguito -, ugualmente ci sarà domandato se avremo aiutato le persone a uscire dal dubbio, se ci saremo impegnati ad accogliere i peccatori, ammonendoli o correggendoli, se saremo stati capaci di combattere l’ignoranza, soprattutto quella riguardante la fede cristiana e la vita buona». «La misericordia effettiva di Dio – ha spiegato – è diventata, in Gesù, misericordia affettiva» ed è qui che «il compito affidato al vostro Dicastero» trova «il suo ultimo fondamento e la sua giustificazione adeguata. La fede cristiana, infatti, non è solo conoscenza da conservare nella memoria, ma verità da vivere nell’amore. Perciò, insieme alla dottrina della fede, bisogna custodire anche l’integrità dei costumi, particolarmente negli ambiti più delicati della vita». Per il Papa, l’adesione di fede alla persona di Cristo «implica sia l’atto della ragione sia la risposta morale al suo dono». Di qui il ringraziamento «per tutto l’impegno e la responsabilità che esercitate nel trattare i casi di abuso di minori da parte di chierici».

«Promuovere, a tutti i livelli della vita ecclesiale, la giusta sinodalità». Questo l’invito che Papa Francesco ha rivolto oggi ai partecipanti alla plenaria della. «La cura per l’integrità della fede e dei costumi – ha spiegato il Pontefice – è un compito delicato. Per svolgere bene tale missione è importante un impegno collegiale. La vostra Congregazione valorizza molto il contributo dei Consultori e dei Commissari, che vorrei ringraziare per il loro lavoro prezioso e umile; e vi incoraggio a proseguire nella vostra prassi di trattare le questioni nel Congresso settimanale e quelle più importanti nella Sessione Ordinaria o Plenaria». Per il Papa «occorre promuovere, a tutti i livelli della vita ecclesiale, la giusta sinodalità». Nel richiamare la riunione che il Dicastero ha organizzato l’anno scorso con i rappresentanti delle Commissioni dottrinali delle Conferenze episcopali europee «per affrontare collegialmente alcune sfide dottrinali e pastorali», Francesco ha osservato: «In questo modo contribuite a suscitare nei fedeli un nuovo slancio missionario e una maggiore apertura alla dimensione trascendente della vita, senza la quale l’Europa rischia di perdere quello spirito umanistico che pure ama e difende». Di qui l’esortazione a «continuare e intensificare la collaborazione con tali organi consultivi che aiutano le Conferenze episcopali e i singoli vescovi nella loro sollecitudine per la sana dottrina, in un tempo di cambiamenti rapidi e di crescente complessità delle problematiche».

Una comunione sempre più ampia. «La dinamica sinodale, se rettamente intesa», nasce «dalla comunione» e conduce «verso una comunione sempre più attuata, approfondita e dilatata, al servizio della vita e della missione del Popolo di Dio». Così Papa Francesco ha concluso il discorso ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per la dottrina della fede, ricevuti in udienza. Tra i diversi apporti del Dicastero «al rinnovamento della vita ecclesiale», il Pontefice ha ricordato «lo studio circa la complementarietà tra doni gerarchici e carismatici» chiamati a «collaborare in sinergia per il bene della Chiesa e del mondo». «La testimonianza di questa complementarietà – ha avvertito – è oggi quanto mai urgente e rappresenta una espressione eloquente di quella ordinata pluriformità che connota ogni tessuto ecclesiale». Una relazione che «rinvia alla sua radice trinitaria» e, «se riconosciuta ed accolta con umiltà, consente alla Chiesa di lasciarsi rinnovare in ogni tempo».