Vita Chiesa

Papa Francesco: a Festival Dottrina sociale, «chinarsi sull’altro per allargare il cuore»

«L’indifferenza sembra essere una medicina che ci protegge dal coinvolgimento, diventa un modo per stare più tranquilli. Questa è l’indifferenza», ha sottolineato il Pontefice. Ma, ha aggiunto, «questa estraneità è un modo che difende l’egoismo e ci rende tristi». Di qui il suggerimento: «Chinarsi – questa è la parola: chinarsi – sull’altro è il modo più diretto per allargare il cuore, accendere l’amore, ispirare il pensiero, inventare risposte concrete e inedite ai problemi». Inoltre, «la sfida della realtà chiede anche la capacità di dialogare, di costruire ponti al posto dei muri». La sfida della realtà chiede anche un cambiamento: «Il cambiamento vero parte innanzitutto da noi stessi ed è un frutto dello Spirito Santo».

Il cambiamento è richiesto poi «alle nostre strutture: è preferibile essere flessibili per rispondere meglio ai bisogni concreti, che difendere le strutture e rimanere ingessati. Fare un po’ di pulizia, aumentare la trasparenza, recuperare freschezza, genuinità e agilità fa bene alle strutture e alle persone: troveremo nuovamente lo slancio e l’entusiasmo di fare qualcosa di bello a servizio dei fratelli». Ai nuovi bisogni e alle nuove povertà, per il Pontefice, «occorrono risposte nuove. Vivendo la prossimità troveremo anche l’ispirazione e la forza per dare una forma concreta al cambiamento da tutti desiderato». Parlando della sfida ecologica, ha evidenziato: «La sobrietà, il consumo consapevole, uno stile di vita che accoglie il creato come un dono ed esclude forme predatorie e di possesso esclusivo, è il modo concreto attraverso il quale si crea una nuova sensibilità. Se saremo in molti a vivere così, l’intera società ne risentirà positivamente e diventerà udibile da tutti il grido della terra e il grido dei poveri».