Vita Chiesa
Pio Alberto Del Corona: Il «vescovo bianco» diventa Beato
Tra pochi giorni, il 19 settembre, la diocesi di San Miniato si appresta a vivere uno dei momenti più importanti della sua storia con la beatificazione di Pio Alberto Del Corona, vescovo di San Miniato dal 1875 al 1906. Una figura, quella del «vescovo bianco» che abbraccia larga parte della regione ecclesiastica, visto che la sua vita si è dipanata tra Livorno, San Miniato e Firenze.
Un evento unico anche per molte altre ragioni: questa beatificazione è infatti la prima nella storia della toscana che si svolge al di fuori del territorio fiorentino: le ultime due beatificazioni sono state quelle di Suor Celestina Donati e Madre Maria Scrilli che risalgono rispettivamente al 2008 e al 2006. Inoltre mons. Del Corona è il primo vescovo nonché primo cittadino livornese che viene iscritto nel numero dei beati. «Un evento straordinario per la diocesi di San Miniato, che per la prima volta celebra la beatificazione di un suo vescovo – afferma mons. Morelli, amministratore diocesano e reggente della diocesi (San Miniato è ancora sede vacante dopo il trasferimento di mons. Fausto Tardelli a Pistoia) -. Per noi è l’occasione di riscoprire e far conoscere ai fedeli i tratti di questo uomo straordinario e controcorrente».
Del Corona nacque nel quartiere della Venezia il 5 luglio del 1837 da un umile famiglia di commercianti, e in città trascorse la sua infanzia. A 17 anni poi la vocazione, ispirata e confermata davanti la Madonna di Montenero. Il giovane Alberto entrò nel monastero domenicano di San Marco a Firenze nel 1854. Fin da giovanissimo dimostrò le sue particolari doti di mitezza e di amore per la chiesa e per le Sacre Scritture: fervente studioso delle opere di San Tommaso d’Aquino è stato autore di oltre 300 pubblicazioni tra opuscoli, saggi e articoli sui settimanali, molti dei quali dedicati al suo amore filiale per la Madonna. A lui e a suor Elena Buonaguidi si deve la fondazione della congregazione delle suore domenicane dello Spirito Santo, ancora presenti e attive in via Bolognese a Firenze.
Nel 1875 Pio IX lo nominò vescovo di San Miniato. Proprio all’ombra della rocca di Federico II intorno al vescovo iniziò a formarsi la fama di santità. Le lettere pastorali, sempre semplici e dirette, trattavano degli argomenti spirituali che più lo preoccupavano: in particolare i sacramenti, la fede, la preghiera del rosario. Infine la crociata contro la bestemmia e la coraggiosa e durissima lettera pastorale alle comunità di Santa Croce sull’Arno e Fucecchio contro la Massoneria, nella quale descrisse le logge come «piccoli e oscuri anditi d’inferno». Come scriveva un frate domenicano testimone del processo di beatificazione: «Se le lettere di mons. Del Corona fossero conosciute, egli diventerebbe per tutti quello che fu sempre in faccia a Dio e a quei privilegiati che lo conobbero da vicino: un’anima santa».
La cerimonia di beatificazione avrà luogo il prossimo 19 settembre alle ore 10 nel convento di San Francesco a San Miniato e sarà presieduta dal Card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, concelebrata da molti vescovi toscani. Saranno presenti inoltre i vertici dell’Ordine Domenicano e della Congregazione delle suore domenicane dello Spirito Santo. Centinaia di Fedeli sono attesi da tutta la diocesi, da Firenze e sopratutto da Livorno, città natale di Del Corona. A partire dalle 8 di mattina di sabato 19 settembre sarà disponibile un bus navetta che partirà dal piazzale antistante il Cimitero di San Lorenzo, Via Sanminiatese a La Scala. La Messa sarà trasmessa in diretta da TVL per la Toscana sul canale numero 11 del digitale terrestre.
In preparazione della Beatificazione, la diocesi di San Miniato organizzerà un triduo di preghiera e meditazione in calendario per i giorni 14 – 15 – 16 settembre. In queste date le meditazioni saranno guidate da mons. Morello Morelli, amministratore diocesano di San Miniato (14 settembre); mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia (15 settembre); mons. Carlo Ciattini, vescovo di Massa Marittima Piombino (16 settembre).
La scheda
Le lettere pastorali. Il «vescovo bianco» – come fu definito dai biografi – scrisse quaranta lettere pastorali considerando quelle pubblicate come coadiutore della Diocesi durante l’episcopato di Annibale Barabesi e quelle scritte da vescovo titolare di San Miniato. Si va dalle «Istruzioni spirituali per la Quaresima» del 1875, seguite dalla Lettera «Per il massimo Giubbileo del 1875», alla Lettera del 1906 «Alla città e diocesi di San Miniato una parola d’addio». Tra i titoli delle lettere pastorali si distinguono temi come «il male», «La miseria», «L’istruzione», «La religione» e perfino «La bestemmia».
Fino al 1897, anno in cui arrivò il riconoscimento governativo a vescovo di San Miniato a seguito della morte di mons. Barabesi, lo stemma riportato sulle lettere non è quello di mons. del Corona bensì quello del vescovo titolare.
Le nuove chiese. Nel corso del suo episcopato consacrò molte chiese della Diocesi. La prima, nel 1875, fu quella di Fauglia. Dopo la cerimonia scrisse: «Nulla di paragonabile esiste alla gioia di un tal trionfo!». A Fucecchio Del Corona resta ammirato della frequenza ai sacramenti e ricorda commosso quanti furono «i ritorni all’ovile di cristiani da troppo tempo lontani dalla vita religiosa». Di Marti dirà « lo spettacolo è così confortante da farci rivivere i primi secoli del Cristianesimo».