Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: «Chi è Gesù per me?». Appello per l’Ucraina

Il discorso di Gesù sul «Pane della vita», all’indomani del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, spegne «il grande entusiasmo del giorno prima», «perché Gesù aveva detto di essere il Pane disceso dal cielo, e che avrebbe dato la sua carne come cibo e il suo sangue come bevanda, alludendo così chiaramente al sacrificio della sua stessa vita». Quelle parole suscitarono «delusione nella gente, che le giudicò indegne del Messia, non ‘vincenti’». Lo ha detto, ieri mattina, Papa Francesco, alla recita dell’Angelus. Così «alcuni guardavano Gesù: come un Messia che doveva parlare e agire in modo che la sua missione avesse successo, subito. Ma – ha avvertito il Pontefice – proprio su questo si sbagliavano: sul modo di intendere la missione del Messia! Perfino i discepoli non riescono ad accettare quel linguaggio inquietante del Maestro». In realtà, «essi hanno capito bene il discorso di Gesù. Talmente bene che non vogliono ascoltarlo, perché è un discorso che mette in crisi la loro mentalità». Sempre, ha sottolineato il Santo Padre, «le parole di Gesù ci mettono in crisi, per esempio davanti allo spirito del mondo, alla mondanità».

Gesù, ha osservato Francesco, «offre la chiave per superare la difficoltà; una chiave fatta di tre elementi. Primo, la sua origine divina: Egli è disceso dal cielo e salirà ‘là dov’era prima’. Secondo: le sue parole si possono comprendere solo attraverso l’azione dello Spirito Santo, Colui ‘che dà la vita’ è proprio lo Spirito Santo che ci fa capire bene Gesù. Terzo: la vera causa dell’incomprensione delle sue parole è la mancanza di fede: ‘Tra voi ci sono alcuni che non credono’, dice Gesù. Infatti da allora, dice il Vangelo, ‘molti dei suoi discepoli tornarono indietro’». Di fronte a queste defezioni, ha ricordato il Papa, «Gesù non fa sconti e non attenua le sue parole, anzi costringe a fare una scelta precisa: o stare con Lui o separarsi da Lui, e dice ai Dodici: ‘Volete andarvene anche voi?’». A questo punto «Pietro fa la sua confessione di fede a nome degli altri Apostoli: ‘Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna’». Il Pontefice ha evidenziato: «Non dice ‘dove andremo?’, ma ‘da chi andremo?’. Il problema di fondo non è andare e abbandonare l’opera intrapresa, ma è da chi andare. Da quell’interrogativo di Pietro, noi comprendiamo che la fedeltà a Dio è questione di fedeltà a una persona, con la quale ci si lega per camminare insieme sulla stessa strada. E questa persona è Gesù».

«Tutto quello che abbiamo nel mondo – ha affermato il Santo Padre – non sazia la nostra fame d’infinito. Abbiamo bisogno di Gesù, di stare con Lui, di nutrirci alla sua mensa, alle sue parole di vita eterna! Credere in Gesù significa fare di Lui il centro, il senso della nostra vita. Cristo non è un elemento accessorio: è il ‘pane vivo’, il nutrimento indispensabile. Legarsi a Lui, in un vero rapporto di fede e di amore, non significa essere incatenati, ma profondamente liberi, sempre in cammino». Di qui una domanda che riguarda tutti: «Chi è Gesù per me? È un nome, un’idea, soltanto un personaggio storico? O è veramente quella persona che mi ama che ha dato la sua vita per me e cammina con me? Per te chi è Gesù? Stai con Gesù? Cerchi di conoscerlo nella sua parola? Leggi il Vangelo, tutti i giorni un passo di Vangelo per conoscere Gesù? Porti il piccolo Vangelo in tasca, nella borsa, per leggerlo, ovunque? Perché più stiamo con Lui più cresce il desiderio di rimanere con Lui». Francesco ha, quindi, chiesto di fare «un attimo di silenzio»: «Ognuno di noi in silenzio, nel suo cuore, si faccia la domanda: ‘Chi è Gesù per me?’. In silenzio, ognuno risponda nel suo cuore». Infine, il Papa ha auspicato: «La Vergine Maria ci aiuti ad ‘andare’ sempre a Gesù per sperimentare la libertà che Egli ci offre, e che ci consente di ripulire le nostre scelte dalle incrostazioni mondane e dalle paure».

Appello per l’Ucraina. «Con preoccupazione, seguo il conflitto in Ucraina orientale, nuovamente inaspritosi in queste ultime settimane», ha detto il Papa dopo la recita dell’Angelus. «Rinnovo il mio appello – ha proseguito il Pontefice – affinché siano rispettati gli impegni presi per giungere alla pacificazione e con l’aiuto delle organizzazioni e delle persone di buona volontà, si risponda all’emergenza umanitaria nel Paese». «Il Signore – ha aggiunto – conceda la pace all’Ucraina, che si accinge a celebrare domani la festa nazionale. Interceda per noi la Vergine Maria!». Nei saluti, il Santo Padre ha ricordato, tra gli altri, «i nuovi seminaristi del Pontificio Collegio Nord Americano, giunti a Roma per intraprendere gli studi teologici». E ha ripreso una domanda posta prima della recita dell’Angelus: «Non dimenticatevi, questa settimana, di fermarvi ogni giorno un attimino e farvi la domanda: ‘Chi è Gesù per me?’. E ognuno risponda nel suo cuore».