Vita Chiesa
Papa Francesco a Sarajevo: i dettagli della visita
Una visita densa di impegni e di incontri, ha sottolineato il portavoce vaticano, «molto significativa poiché Sarajevo è, per la sua storia, il luogo dove parlare di guerra, di pace e di riconciliazione ma anche di dialogo ecumenico e interreligioso». Anche per questo motivo del seguito papale faranno parte due cardinali: Jean Louis Tauran e Kurt Koch, rispettivamente presidenti dei Pontifici Consigli per il dialogo interreligioso e per l’unità dei cristiani. Ripercorrendo tutte le tappe del 6 giugno padre Lombardi ha spiegato che durante la cerimonia di benvenuto nel piazzale antistante il palazzo presidenziale, «dopo gli inni e gli onori militari verranno liberate delle colombe a richiamare la colomba della pace posta nel logo della visita». Alla messa allo stadio olimpico di Sarajevo parteciperanno non meno di 60 mila persone e «il Papa farà in jeep aperta, che normalmente usa in piazza san Pietro, il giro di campo per salutare i fedeli».
In papamobile anche gli spostamenti interni a Sarajevo. «Questo consentirà di vedere i tanti cimiteri e le tombe dislocate nella città. Durante l’assedio, infatti, i morti venivano sepolti anche nei giardini cittadini» ha ricordato Lombardi. L’incontro in cattedrale con il clero e i consacrati sarà invece caratterizzato «da tre forti testimonianze rese da un sacerdote, da una suora e da un religioso». Molto atteso è l’incontro interreligioso cui parteciperanno oltre all’arcivescovo di Sarajevo, cardinale Vinko Pulijc, un esponente della comunità ortodossa, ebrea e islamica. Ultimo atto della visita sarà quello con i giovani, presso il centro diocesano giovanile «San Giovanni Paolo II». Due giovani, una ortodossa ed un croato cattolico, porteranno la loro testimonianza. «Il Papa – ha detto padre Lombardi – farà dono al centro di una statua di san Giovanni Paolo II». Rispondendo ai giornalisti in merito alla sicurezza del Pontefice il portavoce ha affermato che «non ci sono particolari preoccupazioni: non ci risulta siano pervenute minacce di stampo terroristico».
Quello di Papa Francesco sarà il terzo viaggio di un pontefice in Bosnia e il secondo a Sarajevo. «E’ un Paese che ha una struttura istituzionale complessa – ha ricordato il direttore della Sala Stampa – con una presidenza composta da tre presidenti, un bosniaco islamico, un serbo e un croato, che riproduce una composizione demografica, etnica e religiosa altrettanto complessa. Dei circa 3,8 milioni di abitanti, il 40% è musulmano, il 31% serbo ortodosso, il 15% croato cattolico e il resto di altre etnie e religioni, compresa la ebraica. La Bosnia ha attraversato decenni drammatici di guerra, ora si lavora per una convivenza pacifica e armonica. Attualmente la situazione non è comunque facile: il Paese esce da eventi di grande tensione e attraversa una situazione economica difficile, con forti conflitti sociali». Il viaggio di Papa Francesco avrà per questo «grande importanza e lancerà un messaggio di pace, di riconciliazione e di ricostruzione per il futuro comune del Paese».