Vita Chiesa
Verso Firenze2015: a Perugia tappa sulla «fraternità»
In un mondo in cui l’Oriente «è in fiamme» e chi può fugge dall’Africa martoriata trovando nel Mediterraneo un mare di morte, complice l’Europa colpevole di ignavia, è in atto uno «scontro di ignoranze». Se ne è parlato a Perugia durante il primo laboratorio nazionale in preparazione al Convegno nazionale di Firenze, sul tema: «Dalla solidarietà alla fraternità: identità, estraneità e relazioni per un nuovo umanesimo». È la «fraternità», non come sentimentalismo ma come stile di vita concreto e vero antidoto, anche politico, a tutti gli «ismi» che minacciano la pacifica convivenza tra gli uomini e le religioni, la parola risuonata maggiormente durante i lavori del convegno. Con la fraternità, «un altro mondo è possibile», ha assicurato fin da subito il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, facendo gli onori di casa e confidando un sogno: «Riappropriarsi della propria dignità è possibile, come è possibile uscire dalla morte e dalla violenza». Il «trialogo» tra le religioni monoteiste, per un’antropologia della pace, è stato oggetto di una tavola rotonda: «Oggi ci viene chiesto di vivere la fraternità tra di noi come esempio esigente di umanità e come comandamento liberante di Dio, di fronte all‘intollerabile situazione di miseria e di sofferenza di milioni di persone nel mondo», ha detto monsignor Piero Coda, dell’Istituto Universitario Sophia: ci vuole un «salto di qualità» anche nella società civile, «totalmente afona e sorda» di fronte a questi temi. Il dialogo interreligioso, in un’Europa in cui il 20% dei suoi 500 milioni di abitanti sonno migranti e di questi 20 milioni non sono cittadini europei, per il teologo «ha una rilevanza culturale, spirituale e sociale di immensa portata».